Sotto il cielo delle stelle di vetro: un libro per la speranza.

Luana Silighini è una giornalista professionista. Ha lavorato per l’Ansa, il Sole 24 Ore, la Repubblica e il Tirreno, oltre ad avere collaborato con Unomattina e molte altre trasmissioni e radio.

La sua forte passione per la scrittura l`ha condotta a scrivere un libro: Sotto il cielo delle stelle di vetro.

Il libro tratta un tema difficile e attuale: la guerra in Siria. L’obiettivo che si auspica la scrittrice possa raggiungere è la creazione di un`associazione umanitaria per i bambini in Siria che la guerra ha reso orfani.

A tal proposito è attiva una raccolta fondi sul sito http://sostieni.link/14443 

Il libro, che si rivolge ad un target di ragazzi dai 7 ai 14 anni, racconta la vita e le emozioni dei bambini e ragazzi siriani, costretti ad una quotidianità di guerra.

La copertina del libro è essa stessa un racconto. Realizzata dall’illustratrice Elisa Moriconi, ritrae un fatto di cronaca: la protesta che nel febbraio 2015 alcuni genitori siriani hanno realizzato alle porte di Damasco, rinchiudendo i loro figli in una gabbia ed emulando l’uccisione del pilota arso vivo in una gabbia da parte dell’Isis.

La loro provocazione è servita per attirare l’attenzione dei media di tutto il mondo sulla tragica situazione che la Siria vive da anni.

Luana Silighini si è interrogata sullo stato d’animo dei ragazzi siriani e ha voluto avvicinarli ai ragazzi italiani, facendo comprendere a quest’ultimi che non si è mai così distanti.

Le parole della scrittrice sono le seguenti: “Quello che ho cercato di fare io è uno zoom sulla quotidianità, sulla vita delle persone che stanno vivendo la guerra. Mi interessava conoscere e divulgare i gesti di ogni giorno attraverso i cinque anni di conflitto che ho narrato e i quattrocento chilometri percorsi da Kamar, la protagonista, e dalla sua famiglia che, per salvarsi, fugge dalla città di Aleppo, nel 2011, giungendo fino alle porte di Damasco, dopo aver attraversato varie città della Siria. Kamar riassume in un’unica voce tutte quelle che ho ascoltato. Ho incontrato donne e uomini siriani che hanno vissuto per mesi in una tomba romana, o nei campi per rifugiati, con i loro figli. Senza corrente elettrica, senza medicine. O legna per scaldarsi. Ho parlato anche con molti dei loro ragazzi.
I bambini mi hanno raccontato di quando la mattina presto, “era ancora buio” dicevano, caricavano le taniche dell’acqua e di quanto fossero pesanti, delle loro paure, della nostalgia della scuola. Di quando hanno dovuto bruciare i mobili per cucinare. E dei loro rifugi di fortuna. Tra questi, quello che più mi ha colpito è stato un tunnel scavato a diciassette metri sotto il suolo di Damasco, che è poi dove termina il viaggio di Kamar e il libro”.

La speranza però non deve abbandonare mai e questo pensiero è manifesto già dal titolo.

“Ho ideato che Kamar, dopo aver raccolto tanti vetrini colorati lungo tutto il suo tragitto, creasse con questi un cielo stellato incastonandoli proprio sul soffitto del tunnel, nella terra di cui è composto. Un cielo che brilla grazie alla luce fioca di una candela. Mi è piaciuto immaginare che quel cielo un po’ magico che “si accende” potesse simboleggiare la speranza di ogni siriano, quella di veder tornare a brillare ciò che questa guerra per la conquista della democrazia ha frantumato”.

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