Milano marcia a favore dei migranti
Ieri, 20 maggio 2017, a Milano si è svolta una delle più grandi manifestazioni europee a favore dei migranti, sul modello della marcia antirazzista di Barcellona.
Contro ogni aspettativa – ed in seguito alle molteplici polemiche seguite all’aggressione di giovedì scorso in stazione centrale da parte di un ventenne di origine tunisina, il quale ha sferrato diverse coltellate ad un giovane poliziotto in servizio e ferito altri due militari durante un controllo dei documenti – si sono riversati in piazza ben centomila persone, secondo quanto detto a fine giornata da Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali di Milano.
Un grande successo sociale che ha visto partecipi in prima linea il sindaco di Milano Beppe Sala accompagnato dalla madre, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Emma Bonino e Pietro Grasso, oltre ai numerosi sindaci e ai partiti privi di simboli e bandiere distintive. Tuttavia, non è passata inosservata l’assenza di Matteo Renzi che, trovandosi nella città per un’altra occasione, ha preferito mandare come portavoce del Pd il vicesegretario Maurizio Martina.
In testa al corteo duecento profughi ospiti nelle case di accoglienza disseminate in tutto il capoluogo lombardo, ma anche i bambini delle scuole elementari e tantissime comunità, che hanno portato un enorme striscione con su scritto: “INSIEME SENZA MURI”. Poco più distante anche un gommone identico a quelli usati dagli scafisti per il traffico dei migranti ed un grande telo con tutti i colori dell’arcobaleno, simbolo di pace e di tolleranza.
L’obiettivo di Sala è stato, dunque, quello di dar vita ad una marcia pro-migranti multietnica, una giornata a favore dell’incontro, dell’apertura e dell’accoglienza; infatti, molte sono state le comunità straniere, le associazioni, i movimenti, i comitati ed i sindacati che hanno preso parte attivamente alla manifestazione.
Le diverse comunità hanno poi animato la marcia con musica e danze tradizionali. Il percorso ha avuto come tappe principali Porta Venezia, Porta Nuova, Piazza della Repubblica e Porta Volta, fino ad arrivare a Piazza del Cannone dove è stato allestito un palco per gli interventi finali e per il concerto di chiusura.
Nonostante tutto, non sono mancate le contestazioni da parte dei centri sociali ed in particolar modo dal centro sociale Cantiere. I rappresentanti di quest’ultimo hanno urlato a gran voce: “MINNITI RAZZISTA”, per contestare contro un corteo ritenuto di stampo filogovernativo e chiedere l’allontanamento dell’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, in quanto la presenza del Partito Democratico risulterebbe fuori luogo perché sostiene la legge Minniti-Orlando.
Un’ulteriore ala a sfavore della manifestazione è stata quella capitanata da Maroni e da Salvini, il quale ha dichiarato pubblicamente che si è voluta fare: “UNA MARCIA IPOCRITA E PER GLI INVASORI”. A tutto ciò, ha risposto il presidente del senato Pietro Grasso: “NON COSTRUIREMO CON I MATTONI DELL’INTOLLERANZA NUOVI MURI E DIVISIONI. CHI È NATO IN ITALIA, STUDIA IN ITALIA, È ITALIANO. L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI È UN DOVERE SIA MORALE CHE GIURIDICO”. Egli ha continuato dicendo che bisogna “COSTRUIRE PONTI, NON MURI” – “NO ALLA PAURA”. Alle sue dichiarazioni si è unito anche Beppe Sala, sostenendo che farà tutto il possibile per creare una città accogliente e non cinica che pensi solo a sé stessa.
I muri sono fatti per chiudere, per limitare i territori ma anche le menti e le coscienze degli uomini. Si può crescere insieme con sicurezza, abbattendo paure e pregiudizi e creando nuovi spazi aperti di condivisione e speranza senza più alcuna forma di discriminazione. Un mondo per tutti e di tutti!
Benedetta Marchese