Intervista a Francesca Romana Perrotta: il nuovo album “L’Ora di Mezzo”
«È una voce che suona libera da pregiudizi e stereotipi, piena di una passione assoluta e di un forte senso della dignità umana, prima ancora che femminile». Pupi Avati
Francesca Romana Perrotta è una cantautrice con una carriera collaudata di premi ottenuti in prestigiosi concorsi (Musicultura, Premio De Andrè) e collaborazioni prestigiose (Teresa De Sio, Cristiano De Andrè, Pacifico).
Ha pubblicato da poco il suo album “L’Ora di Mezzo” anticipato dal singolo “Le cose non accadono per caso”.
Nel disco si percepisce totalmente la personalità dell’artista, un pò rock e alla continua ricerca delle verità più profonde dell’animo umano. Preponderante è la figura femminile, rappresentata da donne quali Medea, Elena di Troia, Penelope, Lucida Mansi (una contessa assassina), Maria Antonietta e la cantante stessa, che con le sue canzoni le fa rivivere.
Di seguito l’intervista.
- Ciao Francesca e grazie per l’intervista. “L’Ora di Mezzo” è il tuo nuovo album, cosa vuoi comunicare agli ascoltatori con questo nuovo disco?
Voglio raccontare storie vere, con lo sguardo femminile, una visione diversa delle cose. Voglio mostrare le diverse sfaccettature della donna. Nell’ album, quindi, ci sono varie canzoni dedicate a questo tema, ma anche altre più leggere. Anche gli arrangiamenti variano dal pop al rock alla classica canzone d’ autore. Spero di far fare un bel viaggio a chi ascolterà “L’ora di mezzo”.
- “Le cose non accadono per caso” ha anticipato il disco. Credi fermamente che tutto ciò che capita sia per un motivo, anche gli avvenimenti più brutti?
Molto spesso è così, altre volte siamo noi che gestiamo il destino. Capita di vivere situazioni strane, quasi assurde che invece poi si rivelano necessarie per chiudere bene un cerchio.
- Nell’album è preponderante l’elemento femminile. A tal proposito qual è il tuo pensiero rispetto alle donne e al loro ruolo nella società in questo momento, soprattutto rispetto ai molti casi di cronaca che giornalmente accadono?
Le donne devono imparare a capire che spesso il ruolo di vittima è purtroppo una scelta inconscia… Le donne fanno fatica a ribellarsi, poiché spesso son le prime ad acconsentire e favorire il sistema maschilista.
- C’è una figura femminile nella storia che ti affascina maggiormente?
Maria Antonietta, senza dubbio. La storia ha completamente distorto i fatti, facendola diventare una carnefice…quando in realtà è stata solo vittima.
- Hai collaborato nel corso della tua carriera con molti musicisti, quali Teresa De Sio e Cristiano De Andrè. Cosa ti porti dietro da quelle collaborazioni dal punto di vista umano e professionale?
Mi porto dentro momenti magici e la consapevolezza che la musica è un mestiere che richiede molta precisione, lavoro intenso e grande personalità. Cristiano in particolare mi ha dato tantissima fiducia e mi ha dimostrato molta stima. Lavorando con lui e la sua band ho imparato molte cose.
- Hai un sogno ancora da realizzare o lasci fare al destino?
Il sogno è ampliare il mio pubblico, perché da anni mi sento dire a fine concerto che tutta Italia dovrebbe ascoltare ciò che scrivo. Il sistema discografico attuale, invece, sbarra la strada a quei cantautori come me che non vengono fuori da un talent. Ci ritengono fuori target, e non sanno invece che esiste un’immensa quantità di italiani che ha fame di cantautorato italiano che abbia un certo spessore!
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