Recensione del romanzo “Identità alla sbarra” della scrittrice Ivana Tomasetti. Un romanzo à la clef che narra la storia vera di Maria Teresinha Gomes divenuta il generale Tito Anìbal da Paixao Gomes.

“Identità alla sbarra” è il primo romanzo della scrittrice Ivana Tomasetti, edito dalla casa editrice Terre Sommerse. Un’opera che attraverso la chiave di lettura di un roman à clef (dietro una facciata di finzione) descrive e narra la storia vera di Maria Teresinha Gomes, divenuta il generale Tito Anìbal da Paixao Gomes.

Una storia divenuta famosa, per l’eccezionalità della vicenda e per la risonanza mediatica. Di ella non solo si è parlato e scritto ma è stato pubblicato un brano di Carlos Cano “Mi general”.

L’autrice ci racconta le vicissitudini della protagonista, Teresa, ancor prima che lei stessa nascesse. La vita dei genitori, nell’isola di Madeira, subisce un colpo difficile: la morte del primogenito Tito, durante una violenta nottata di pioggia. Il bambino, trovandosi solo in casa (i genitori stavano cercando di mettere in salvo la vigna) esce fuori, al freddo e sotto la pioggia. Verrà ritrovato il mattino seguente, senza vita.

Da quel momento, Maria ed Emidio (i nomi dei genitori di Teresa), vivranno senza più amorevolezza nei confronti l’uno dell’altra e la nascita della loro bambina aggraverà ancor più la situazione; la lontananza non sarà mai sanabile.

Teresa crescerà in una famiglia in cui i ruoli sono ben definiti: la donna deve stare a casa, vivere sottomessa all’uomo e accettare il proprio destino. Cresce convinta che non bisogna mai contraddire il padre e dar fastidio e solo l’inizio della sua educazione scolastica condurrà in lei il cambiamento ed il seme della ribellione. A scuola instaurerà i suoi primi rapporti: quello con Antonio, che per sempre rimarrà innamorato di lei, ma assaggerà anche la cattiveria, a causa dei dispetti di Herberto e Paulina. Conoscerà il perdono, la stessa Paulina diverrà la sua amica più cara e il dolore, la morte di Paulina e del suo maestro, non in grado, quest’ultimo, di assoggettarsi al regime e alla consuetudine.

La figura della madre, Maria, sarà sempre quella di una donna sofferente e che suscita commozione nel lettore. Il suo status di moglie e madre e la sua condizione di sottomissione, nel Portogallo del XX secolo, non le consentiranno di dimostrare alla figlia l’affetto totale che ella vorrebbe. Sarà, tuttavia, anche colei che le insegnerà l’uncinetto e consentirà che Teresa, di nascosto dal marito, possa vendere i suoi lavori ad Amelia, che ha un banco al mercato. Questo permetterà a Teresa, con il trascorrere degli anni, di avere un “mestiere” per vivere e un’occasione per sfuggire ad una vita già scritta.

Teresa è una bambina e successivamente una donna intrepida, pronta a modificare il proprio destino: dal convincere il maestro ad organizzare un corso di nuovo, passerà al partire di nascosto per Lisbona, per cambiare la sua vita. Le sue scelte non verranno spesso capite e non hanno la prerogativa di volerlo essere.

La società di Madeira in cui cresce è di gente umile, rassegnata alla vita che ha. Anche Emidio, il padre, usa la violenza e la sottomissione come mezzo di sopravvivenza, in quanto non ne ha mai conosciuto un altro. Teresa, tuttavia, gli sfugge dal controllo mentre Maria, la madre, è sempre più fragile, debole nell’animo e incapace di sottrarsi all’uomo. Maria è una donna che Teresa non comprende e per cui non prova riconoscenza, nonostante, forse, in fondo, quella compassione la meriterebbe.

È un elemento interessante la decisione dell’autrice di dare voce non solo ai pensieri di Teresa ma anche ai protagonisti altri del romanzo, come quella del maestro di Teresa, Jorge.

“Perché gli uomini hanno sempre il desiderio di qualcosa che non conoscono? Perché vanno alla ricerca di qualcosa che non sanno cosa sia? Quali motivi li spingono a farlo? È così forte il potere della nostra mente?”

Jorge non riesce a sottrarsi alla sincerità, il suo continuare a non dare risposte per non rischiare di essere licenziato, a causa del governo di Salazar, lo porterà ad una decisione immodificabile.

Teresa sembra comprendere il maestro, la sua impossibilità di vivere in un mondo che “ingabbia” e ti rende il fantasma di te stesso. Teresa ha lo sguardo di chi capisce la sua estraneità alle convenzioni, a ciò che i genitori hanno scelto per il suo futuro e decide, per questo, di intraprendere la sua strada: fuggire a Lisbona e vivere dei suoi merletti. Ma sarà anche l’amore, o quello che lei crede tale, a spingerla alla partenza: l’incontro con Joao, figlio di un commerciante di Lisbona e i loro brevi incontri nell’isola di Madeira, la convinceranno del suo amore, e condurranno alla convinzione che quello per Antonio era solo un sentimento di amicizia.

L’arrivo nella città di Lisbona modificherà Teresa e le sue esperienze di vita. Cercherà un lavoro nel negozio del padre di Joao e questo le consentirà di iniziare una relazione con lui, che, tuttavia, non la porterà alla felicità sperata.

L’incontro e la passione vissuta con Joao segnerà irrimediabilmente la vita di Teresa, conducendola ad una ineluttabile decisione: divenire un uomo per sopperire alla sua condizione di donna.

Nel romanzo le storie si intersecano e dal passato giungono al presente. Gli incontri sembrano predestinati e i dolori dell’esistenza emergono, tra amori e delusioni.

Teresa cerca il proprio destino, non vuole che la sua vita sia decisa ma pretende di decidere. Scegliere di divenire un uomo, nella società portoghese dell’epoca, appare l’unica decisione possibile. Teresa si ritiene libera di essere chi vuole e di amare liberamente, uomo o donna che sia.

La politica è parte essenziale della vita di ognuno dei protagonisti del romanzo e Lisbona, con le sue stradine, i suoi colori e la musica, attornia le loro decisioni e vicissitudini.

L’impotenza, derivante dal suo stato di donna, spinge Teresa al suo destino. Il generale Tito diviene altro, non più Teresa, ma uomo; un uomo di potere, capace di raggiungere gli obiettivi che si pone e di farsi amare dalla popolazione. Un uomo di fiducia, a cui la gente affida i suoi problemi e i suoi soldi.

“C’era uno spirito in lei che le dava la forza di ribellarsi, di cambiare la strada che gli altri avevano preparato. Era un essere pensante, poteva fare le stesse cose che faceva un uomo. La pretesa di un’eguaglianza che suonava per tutti come una bestemmia.”

Teresa diviene altro e fa la cosa più importante che ogni essere umano può compiere: sceglie la sua identità.

“Amori perduti, passioni e tradimenti, echi lontani di schiavi e marinai nel lamento della chitarra portoghese, portavano a riflettere sulla vita, sul futuro che attendeva tutti gli esseri umani. Il senso della fatalità e la forza del destino erano nelle interpretazioni intense dei cantanti, che descrivevano il carattere di una popolazione: la saudade.”

 

Nota sull’autrice

Ivana Tomasetti ha insegnato lettere nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Vive a Lodi. È l’autrice di opere di ricerca storica e di viaggio. Identità alla sbarra è il suo primo romanzo, frutto di cinque anni di ricerche e di scrittura.

 

http://www.terresommersegroup.com/store/p741/IDENTITA%27_ALLA_SBARRA_%7C_di_Ivana_Tomasetti.html

 

Carlos Cano “Mi general”

Esta es la historia señores
de María Teresa Gomes
de la isla de Madeira
de Portugal.

Que a causa de un desengaño
pasó casi veinte años
de su vida disfrazándose
de militar.

En memoria de su hermano
se convirtió en un soldado,
el general Tito Aníbal
¡qué gran general!

Cambió de mujer a hombre,
de profesión y de nombre
en Lisboa
aprovechando la revolución.

Nada como el uniforme,
algo tan serio y tan noble,
para conquistar la gloria
y también el amor.

Casó con doña Joaquina,
algo lenta en la cocina,
y la convirtió en la reina
de su corazón.

Mi general, mi general
siempre a sus órdenes señor,
sin novedad.
Por ese amor le van a dar
la laureada del valor,
mi general.

Fue padrino la impostora
de bautizos y de bodas
con uniforme de gala
de estado mayor.

Pasó apuros financieros,
pidió prestado dinero
a un fotógrafo usurero
que la denunció.

Y en el reconocimiento
descubrieron el talento
con los falsos documentos
de la usurpación.

Al conocer la verdad
¡Señor, qué barbaridad!
declaró doña Joaquina
en el tribunal.

De aquel raro casamiento
nunca hubo cumplimiento
ni tampoco tocamiento
de tipo carnal.

Aunque en el cuarto de baño
un día vio algo extraño,
algo que no le cuadraba
con un militar.

Mi general, mi general
siempre a sus órdenes señor,
sin novedad.
Por ese amor le van a dar
la laureada del valor,
mi general.

Así termina la historia
para siempre en la memoria
de María Teresa Gomes
en un tribunal.

Para colmo de insumisos
el ejército no quiso
que acabara en la reserva
como militar.

Ya es castigo suficiente
tanta soledad en la gente
para encima desertar
de la felicidad.

¡Ep, ep, aro!
¡Ep, ep, aro!

¡Ep, ep, aro!
Marchaba como un soldado
de paisano y esposado
entró en la prisión.

Un veterano de Angola
con su sable y su pistola
a la cárcel de mujeres
el juez lo mandó.

Teresiña, Teresiña
aunque seas por dentro niña
de los pies a la cabeza
eres todo un señor.

Mi general, mi general
siempre a sus órdenes señor,
sin novedad.
Por ese amor le van a dar
la laureada del valor,
mi general.

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