Intervista a Bipuntato: “MALTEMPO”, un disco per chi ama uscire sotto la pioggia.

Bipuntato nasce a Roma ma vive la maggior parte della vita in località marittime. Tra fritture di pesce e ristoranti indiani sulla Prenestina apprende l’antica arte del dream pop, e collabora con alcuni esponenti della scena romana (Carl Brave, Pretty Solero, Ugo Borghetti). Tra synth nostalgici e un mood Bubble Wave, racconta di cose semplici, incidenti esistenziali e altri disastri emotivi.

MALTEMPO è il primo disco di Bipuntato, uscito il 6 marzo, per V4V Records/The Orchard. Dopo le anticipazioni di Della Notte, Meteo e della title track Maltempo ecco disponibile in tutti i digital store l’esordio discografico sulla lunga distanza della giovane artista romana. 

  • Buonasera, grazie per l’intervista. È uscito il tuo primo disco “Maltempo”. Hai dichiarato che è un disco per chi ama uscire sotto la pioggia. Ci spieghi meglio cosa intendi?

La pioggia è un sinonimo comune di “malinconia”.

Questo disco parla a chi ha dimestichezza con la nostalgia, per chi vive appunto come quando fuori piove, cioè che accetta le sfaccettature che la vita impone, le paure, i rimorsi o il perdono.

  • Ogni traccia è collegata all’altra tramite una parola, un suono o da una sensazione di malinconia. È un disco di riflessione?

Assolutamente sì. È un disco che vuole essere di riflessione. Un disco che vuole fermare l’attenzione sull’analisi delle situazioni, come se fosse un discorso interno con l’intento di capirsi, accettarsi e perdonarsi.

  • Può un giorno di “maltempo” condurre ad un cambiamento positivo?

Credo di sì, ma non ne sono certa. A volte un giorno di Maltempo porta ad altro Maltempo e altre volte torna il sereno. Dipende, sicuramente la volontà è quella di un cambiamento positivo, ma la vita è decisamente ironica quando ci si mette.

  • Il rumore del mondo spesso sovrasta ogni pensiero. Riesci a dedicarti all’arte del pensare?

Sinceramente per me l’arte del pensare è all’ordine del giorno. Non potrei accettare un giorno senza dedicarmi qualche ora di riflessione, per me è fondamentale. Sono crescita in una famiglia di psicoterapeuti e questo, probabilmente ha condizionato il mio modo di pensare, per questo la riflessione è parte essenziale della mia vita.

  • Nel brano “Cassetti” canti di difetti e di rimorsi. Come superarli o accettarli?

Come superarli ma, soprattutto, come dici bene, accettarli è la parte più difficile.

In questo primo disco metto a nudo tutto quel mondo interiore che è formato da tante esperienze, tante sfaccettature e rovesci di medaglie.  Forse cantare dei miei disastri mi ha aiutato appunto ad accettare tutti quei difetti e i tanti rimorsi che fanno parte inevitabilmente dell’essere umano.

  • Ci racconti un po’ di te? Come nasce l’amore per la musica?

Nasce da molto piccola. Prima con la danza e poi con la musica. È’ stato un rapporto contraddittorio, prima non volevo poi inevitabilmente ci sono cascata dentro.

Ho fatto molti anni di pianoforte ed esperienze di vario genere. Credo che la musica per me sia stata una finestra in un mondo dove potevo essere ciò che ero senza vergognarmi. La possibilità di esprimere ciò che provavo attraverso l’arte mi ha dato una motivazione ad esistere. È stata una fedele amica, soprattutto nei momenti difficili della vita.

  • Hai un grande sogno nel cassetto, uno di quelli quasi o del tutto “impossibili”?

Ho due grandi sogni. Il primo è duettare con Neffa.

Il secondo, anche se so che può sembrare banale, è suonare in più posti e situazioni possibili, anche il palco di Sanremo è sempre stato nei miei sogni. Purtroppo questo è un periodo molto particolare per la musica, ma spero sinceramente che tutto si sistemi e si possa tornare a suonare live più carichi di prima.

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