“Nude” di Beatrice Pediconi: fino al 27 marzo 2021 alla galleria z2o Sara Zanin di Roma la mostra curata da Cecilia Canziani.
ph. Giorgio Benni
Fino al 27 marzo 2021 la galleria z2o Sara Zanin, con sede a Roma, ospita la mostra “Nude” dell’artista Beatrice Pediconi a cura di Cecilia Canziani.
L’artista che vive a New York rientra “artisticamente” nella sua città d’origine, dopo cinque anni, presentando un corpus di lavori che riflette sullo statuto della fotografia, a partire dalla sua decostruzione.
Cecilia Canziani, curatrice della mostra, racconta, con queste parole, l’incontro con Beatrice e la sua evoluzione che ha condotto le due donne a collaborare per la prima volta insieme: “Sono stata a New York per tre mesi durante il mio ultimo anno dell’università, preparavo la tesi e scattavo moltissime fotografie. A New York tra le persone con cui sicuramente avevo scattato una foto c’era una ragazza che trovavo molto sofisticata e sicura di sé; studiava a Columbia e l’avevo conosciuta davanti alla biblioteca dove anche io andavo ogni giorno, ed è lei che mi ha parlato per prima di Beatrice e che viveva a Roma e lavorava con la fotografia – che era poi il tema della mia tesi. Io sono tornata a Roma, Beatrice invece si è trasferita a New York, dove ancora vive. Negli anni seguenti mi è capitato di incontrarla durante le fiere, e in maniera distratta ho seguito il suo lavoro, senza approfondire, ma con costanza. In autunno ho ricevuto una sua lettera e sono andata a vedere in galleria dei lavori nuovi che non aveva ancora esposto, ed è stato un incontro nuovo. Ci siamo poi viste in quella maniera che è diventata normale, e in un certo modo sono stata nel suo studio attraverso i nostri schermi, ed è stato bello alternare i discorsi sulla mostra alle sensazioni del voto e dopo voto, il racconto dei sui primi anni in città, le opportunità, e poi il clima dell’ultima presidenza e l’aria di cambiamento che si avvertiva ora. Questo lungo preambolo ha in parte a che fare con le circostanze che ci hanno portato a lavorare insieme, ma soprattutto con una questione che è centrale in questa nuova serie di lavori su carta: la tensione tra memoria e oblio che ogni immagine fotografica mette in scena e che ne fa un oggetto malinconico, o altrimenti detta la sua condizione residuale.”
Con Untitled la Pediconi realizza una serie di disegni su carta attraverso la tecnica dell’emulsion lift, ovvero impiegando strisce di emulsioni fotografiche sottratte da lavori precedentemente realizzati.
“Il ritaglio, una volta immerso in acqua, si stacca dalla Polaroid attraverso il processo dell’emulsion lift, che permette la separazione del corpo colorato dell’immagine dal suo sfondo (a raccontarlo, si potrebbe quasi dare ragione a quanti, agli albori della fotografia, immaginavano che l’apparecchio catturasse uno strato del proprio corpo, ci derubasse di parte della nostra stessa materia). Questo corpo disincarnato di colore si posa su un foglio immerso in acqua, e attraverso l’acqua penetra nelle sue fibre, diventandone parte. L’intervento dell’artista è molto limitato, l’immagine si fa in gran parte da sé. Alcune non sopravvivono, quelle che restano sono epifanie, registrazioni di un momento esatto.” Cecilia Canziani
Le opere diventano testimonanza di un racconto non solo intimo ma anche universale, in cui il ricordo svela la fragilità di cui l’esistenza è intrinseca.
“Questa serie di lavori rappresenta il recupero di qualcosa di passato e la sua trasformazione.” Beatrice Pediconi.
Tutte le opere di Untitled nascono a New York tranne “Diario di un tempo sospeso”; quest’ultima nasce durante il periodo del primo lockdown in cui l’artista, recatosi a Roma per sola una settimana, è stata costretta a soggiornare nella capitale per oltre 43 giorni.
Perdita, mutazione, frammento, traccia: i lavori presentati in mostra raccontano di un percorso, sia personale che collettivo, in cui l’ineffabilità del ricordo e del passato ci riporta all’essenza delle cose.
Le opere, come enunciati di un gesto, descrivono, ad un tempo, il movimento e la sua inafferrabilità, sospese in un limbo imprevedibile che le riporta a chi osserva nel bagliore di un lampo.
“Untitled agisce come il testimone di un processo di cui resta solo un’impronta, come testimonianza di una perdita: un gesto che riflette sull’assenza di memoria storica e sul distacco personale. Il disegno è dunque il risultato di una migrazione, e la sua traccia volatile e minimale resta in bianco, come l’ultimo ed unico testimone di una storia. Untitled diventa quindi il mezzo per lasciare un segno come prova della nostra esistenza.” Beatrice Pediconi.
INFO:
Beatrice Pediconi, Nude
a cura di Cecilia Canziani
Durata mostra: 5 febbraio > 27 marzo 2021
Orari di apertura della galleria: da lunedì a sabato, 13-19 (o su appuntamento)
Indirizzo: z2o Sara Zanin, Via della Vetrina 21, 00186, Roma
Fonte: ufficio stampa z2o Sara Zanin Gallery