Umberto Canino feat Francisback in “Nevrosi”: quando una ferita diventa un varco per aprire una nuova traccia di sè.
Prodotto da Emiliano Branda su etichetta ROSSODISERA Records “Nevrosi” è il brano pubblicato dal produttore discografico Umberto Canino, il cui video, dal 13 al 20 settembre, è sugli schermi di Telesia TV delle metropolitane e degli aeroporti.
Arriva sporadico il testo della canzone ma in modo dirompente, come un grido lancinante inferto su un’anima sofferente, come il graffio su una ferita aperta, ancora sanguinante. Il cemento su cui sono iscritte le lettere, che attraverso un climax si tramutano in frasi, è una pietra fredda su cui poggia una mente ansiosa di capire chi è, ma allo stesso tempo troppo codardo per ascoltarsi.
“Io amo il fuoco dentro di me ma ho paura”.
Risulta chiara la contrapposizione tra il freddo rilasciato dalla pietra e il calore impresso dal fuoco, vivo dentro una mente che vuole scavare dentro la sua anima, ma anche vile e reticente per rivelarsi del tutto. Una sorta di menzogna all’interno della quale ci si sente intrappolati senza alcuna via d’uscita, perché la verità sarebbe troppo dura da mandare giù, ma la tentazione alle volte è troppo forte ed occorre avere uno scudo di ferro per potersi difendere, ecco che allora canino ci illustra come gli errori fatti, gli sbagli, diventino una sorta di immagine di un Io che disdegniamo ma che risulta essere specchio di noi stessi, avvolto da una specie di Nevrosi. Cominciamo a contare questi nostri errori, il cui peso sentiamo sulle spalle, ma soprattutto nella mente.
Il labirinto entro cui si insidiano le paure, non ci fa aiuta a perderle di vista ma a celarle da una coscienza troppo conscia di sé: “Trappole ed inganni e falsi dei cose che non ho voluto mai ora che non temo più i perché ogni cosa mi dice che sono in errore ma, io resto qui”. Ma ecco la rinascita, la consapevolezza che cambiare si può, che lasciarsi il passato alle spalle è possibile, come sentire poi quel peso alleggerirsi, comprendendo quanto cercare di tramutare se stessi in qualcos’altro, non è che un circolo vizioso.
“Lì ti ho lasciata tutto in me è cambiato, sono tornato ai miei lunghi respiri, non sento più lo schifo del tuo odore in me”.
Attraverso parole a tratti scabrose, in altri più dolci quasi malinconici, Umberto Canino ci invita a scoprire in cui decidiamo di chiudere con quei vizi nocivi alla nostra vita, come può essere l’abuso di alcool, il fumo, la droga, ma anche quelle relazioni definite tossiche in quanto mettono in pericolo la nostra identità, e proprio come qualsiasi sostanza nociva, possono lentamente distruggere la nostra vita, fino a farcela odiare. Occorre quindi prendere consapevolezza di ciò che stiamo vivendo e trovare il coraggio di dire “basta !”, e prendendoci cura di noi stessi, imparando a distinguere ciò che davvero ci fa stare bene.
Cantautore Siciliano di adozione romana, Umberto Canino viene presentato al grande pubblico dal suo padrino musicale Renato Zero. Artista versatile che spazia tra musica, teatro, cinema,TV, negli anni novanta partecipa in diverse produzioni cinematografiche come attore e consulente musicale. Per anni Umberto si dedica in produzioni di altri artisti e in diverse opere teatrali. Nel 2015 pubblica il singolo “Grido”, in collaborazione con il rapper marocchino Zak Munir e il giovane artista pop Alecreed, un brano a sfondo sociale che affronta il tema della tratta degli esseri umani, più conosciuta come fenomeno dell’ Immigrazione e volta sensibilizzare la tematica purtroppo molto attuale.
Oggi l’artista si occupa di produzioni musicale, teatrale e format televisivi, collabora con la storica Etichetta discografica “Rossodisera” come artista e produttore di nuovi artisti.
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