“Svelarsi” allo Spazio Rossellini: la recensione
Svelarsi per rivelarsi e scoprirsi simili nelle proprie differenze.
Allo Spazio Rossellini dal 3 al 5 novembre 2022 è andato in scena lo spettacolo “Svelarsi” con la drammaturgia e la regia di Silvia Gallerano.
“Svelarsi” è un esperimento sociale in cui si abbatte la quarta parete e chi si espone sul palco e chi sta seduto in platea diviene un tutt’uno, una sola esperienza.
Lo Spazio Rossellini diventa un’agorà, un luogo di incontro per sole donne in cui raccontarsi e confrontarsi, uno spazio sicuro in cui “essere donna” è conforto.
“Svelarsi” denudandosi e osservando del proprio corpo i piccoli difetti e “svelarsi” raccontando i sensi di colpa e lo svilimento di cui la società ci fa carico.
Il lavoro di scrittura dello spettacolo è stato condiviso, ogni attrice si è raccontata con il corpo e le parole.
È il corpo, tuttavia, a divenire “significato”: un corpo che non mente, non si nasconde ma si svela interamente solamente “esistendo” nel luogo e nel tempo presente.
L’esperimento è sicuramente ben riuscito e lo dimostra la partecipazione del pubblico di sole donne che abbattendo i naturali imbarazzi decide di raccontare i piccoli “sensi di colpa” di cui ogni giorno si fa carico. Lo dimostra, anche, il non voler andare via immediatamente una volta terminata la messinscena ma piuttosto il riconoscere che un momento di condivisione placa la frenesia del quotidiano.
NOTE DI REGIA di Silvia Gallerano
Solo corpi femminili: è questo l’esperimento.
Si tratta di una chiamata. Risponde chi se la sente. Non è per tutti. È per chi ha voglia di incontrarci. Non ci mostriamo come animali di uno zoo. Accogliamo chi è interessata a rispecchiarsi.
Ci sono parole. Tante. Che coprono, che proteggono i corpi. E poi ci sono i corpi. Così come li guardiamo allo specchio quando ci svegliamo. Prima di camuffarli per camminare in mezzo agli altri. Sai quando si dice: immagina una persona che ti fa paura mentre è nuda. Per smontarla. Per vedere che è composta dagli stessi pezzi che compongono te. Ecco, noi ci spogliamo proprio. I nostri pezzi li mostriamo tutti.
E come i nostri corpi mostrati a pezzi, così si presenta il lavoro. Una composizione di quadri, fatti di immagini e parole. Una successione di tappe, per arrivare ad assemblare i giusti pezzi, per trovargli collocazione. Per trovargli visione.
Quello che mi è chiaro è che Svelarsi non è uno spettacolo e basta.
Potremmo definirlo una miccia: un evento che accende delle curiosità, delle domande, una visione che interroga.
Potremmo definirlo un pretesto: una scusa per trovarsi in una platea separata e osservare l’effetto che ci fa.
A me piace chiamarlo esperienza o un’osservazione, perché è ancora aperta dentro di me la domanda di quale sia il risultato finale di questo percorso.
Credo che possa essere scritto solo con le persone che vi assistono.
Che lo spettacolo, se vogliamo chiamarlo così, sia la risultante dell’incontro sempre diverso tra chi è sul palco e chi è in platea; che quello che desideriamo non sia la realizzazione di un oggetto artistico chiuso e definito bensì indagare quella zona fluttuante nella quale i corpi che sono sul palco incontrano quelli che sono seduti in platea.
Drammaturgia e regia di Silvia Gallerano
Di e con Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Serena Dibiase, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini e Silvia Gallerano e la voce di Greta Marzano
Allestimento luci Camila Chiozza
Consulenza costumi Emanuela Dall’Aglio
Una produzione PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe
In collaborazione con Teatro di Dioniso e il sostegno di Frida Kahlo Production
Con il contributo del MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio e Roma Capitale
Si ringraziano per il sostegno e per l’ospitalità ATCL per Spazio Rossellini, Lottounico, Fortezza Est e Fivizzano27