“Il piccolo principe” di Stefano Genovese: la recensione
«Tutti gli adulti sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano»
È in scena fino al 12 febbraio al Teatro Sistina lo spettacolo “Il piccolo principe” del regista Stefano Genovese.
Il racconto di Antoine de Saint-Exupéry è stato pubblicato il 6 aprile 1943. Nella forma di opera letteraria per bambini affronta i temi legati alla vita tra cui l’amore e l’amicizia.
Ciascun capitolo del libro narra gli incontri che il piccolo principe ha con i personaggi che vivono su pianeti differenti.
Ogni incontro può essere definito come un’allegoria o uno stereotipo della società contemporanea.
Il Teatro Sistina ha ospitato una rivisitazione de Il piccolo principe in una chiave moderna, uno show che utilizza linguaggi differenti: narrazione, musica, canto, scenografia e performance.
Il piccolo principe, firmato Razmataz Live, destabilizza e incuriosisce. Un’operazione ben riuscita? La risposta è complicata.
Se l’aspirazione è rivivere la “magia” dell’opera, scoprendo la meraviglia de Il piccolo principe sicuramente rimarrete delusi. Tuttavia, se al contrario, ci si aspetta una pièce innovativa e divertente certamente scoprirete questi elementi nella messinscena.
La scenografia narra visivamente i mondi che il protagonista scopre nei suoi viaggi, facendo rivivere un’atmosfera immaginifica e irreale.
Dall’incontro con il pilota di aerei (Davide Paciolla), precipitato nel deserto del Sahara, e dal suo desiderio di avere il disegno di una pecora, inizia il racconto del suo viaggiare, lontano dall’asteroide B-612, sua casa. Nel suo pianeta vivono solo lui, tre vulcani e una rosa di cui il piccolo principe si prende cura. Una rosa che è impersonata da Adele Tirante, vanitosa ed eccentrica, che chiede, tuttavia, solo attenzione e cura.
“Lei sarà per sempre la parte più triste di me” pronuncia il piccolo protagonista che è partito per terre lontane, abbandonando la sua rosa.
Racconta al pilota i tanti personaggi che ha incontrato lungo il suo viaggio:
- un vecchio re solitario (Matteo Prosperi) che ama dare ordini ai sudditi nonostante sia l’unico abitante del pianeta;
- un vanitoso che desidera essere solo essere applaudito e ammirato;
- un ubriacone (Giulio Lanfranco) che beve per dimenticare la vergogna di bere;
- un uomo d’affari che trascorre il tempo contando le stelle che crede di possedere;
- un lampionaio (Vittorio Catelli) che deve accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto;
- un geografo che non ha idea di come sia il suo pianeta perché non ha esploratori che possono visitarlo.
Sul palcoscenico i tanti personaggi che incontra il piccolo principe (Alessandro Stefanelli/Gabriele Tonti) si muovono tra giochi acrobatici e parole, regalando momenti di allegria e di stupore.
Personaggi che rappresentano archetipi del nostro tempo: l’avarizia, la ricerca spasmodica del potere, l’assuefarsi ai compiti, la mancanza di coraggio, i vizi. Un’umanità che vive negli occhi del piccolo principe e specchiandosi racconta a noi spettatori i “mali” della contemporaneità.
Si giunge sul finale all’incontro de il piccolo principe con la volpe (Ludovico Cinalli), la quale gli chiede di essere addomesticata.
“Se tu mi addomestichi avremo bisogno l’una dell’altra.”
Dopo tanto girovagare è giunto il tempo di tornare a casa e di ritrovare ciò che è importante e prezioso.
Personaggi e interpreti
Alessandro Stefanelli/Gabriele Tonti (Principe)
Davide Paciolla (Aviatore)
Adele Tirante (Rosa)
Matteo Prosperi (Re/Prim’attore/Geografo)
Giulio Lanfranco (Uomo d’affari/Ubriacone)
Vittorio Catelli (Lampionaio)
Ludovico Cinalli (Volpe)
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Carmelo Giammello (Scene)
Paolo Silvestri (Direzione e arrangiamenti musicali)
Guido Fiorato (Costumi)
Giovanni Pinna (Disegno luci)
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