“Il mistero scorre sul fiume” di Wei Shujun al cinema dall’11 luglio

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Presentato al Festival di Cannes nel 2023 per la categoria Un Certain Regard, IL MISTERO SCORRE SUL FIUME diretto dal regista cinese Wei Shujun (Premio speciale della giuria al Festival di Cannes nel 2018 con On the Border e selezionato per Cannes anche per Striding into the Wind, 2020, e Ripples of Life, 2021) è in arrivo nei cinema italiani dall’11 luglio distribuito da Wanted Cinema.

IL MISTERO SCORRE SUL FIUME è tratto dal racconto Errore in riva al fiume, edito in Italia da Einaudi nella raccolta dal titolo Torture (1997) – oggi fuori catalogo – del celebre Yu Hua (vincitore del Premio Grinzane Cavour nel 1998 e nel 2018 e del Premio letterario Giuseppe Acerbi nel 2014), mette in scena un’originale indagine su una serie di omicidi in una città fluviale nella Cina rurale negli anni ’90.

Ma Zhe, capo della polizia criminale di un piccolo villaggio rurale, Banpo, dirige le indagini sull’omicidio di un’anziana trovata morta sul letto di un fiume. Il colpevole pare sin da subito palese: tutte le piste portano a dedurre che si tratti del pazzo del villaggio, che la vittima aveva adottato negli ultimi tempi. Eppure, il sospetto di fondo che incalza progressivamente lo spettatore – e con lui il protagonista – porta la storia a progredire lentamente su secondi e inaspettati binari, permettendo al regista di indagare temi estremamente attuali quali il peso eccessivo che grava sull’individuo da parte del giudizio collettivo e la solitudine di questi dinnanzi a un mondo che appare sempre più assurdo, allucinato e al contempo sottilmente ironico, dal taglio leggero. Ambientato negli anni ’90 (e, in virtù di questo, girato interamente in pellicola), fin da subito il film immerge lo spettatore in un microcosmo a sé stante, che tuttavia si fa metafora di altrove, di inconsci e paranoie, sfumando sempre più il confine tra realtà e finzione, tra verità e falsità.

In IL MISTERO SCORRE SUL FIUME, Wei Shujun si distacca dalla tradizionale narrativa poliziesca, indagando invece i lati più segreti, nascosti dell’essere umano e le complesse dinamiche che guidano le relazioni sociali. Non è un caso che il commissariato dove vengono svolte le indagini è allestito all’interno di un vecchio cinema: il regista, attraverso le scelte tecniche, compie una riflessione insieme sulla Cina, passata e presente, ma anche sulla sua stessa arte.

Afferma Wei Shujun: “Quello che volevo mostrare è che il destino si prende gioco delle persone: più cerchiamo di scoprire in profondità il significato della vita, più è probabile che lo mancheremo. Mi piace molto la citazione di Albert Camus che ho inserito all’inizio del film: Non comprendiamo il destino, ed è per questo che mi sono fatto destino. Ho assunto il volto sciocco e incomprensibile degli dei”.

Nel cast, oltre a Zhu Yilong (noto per la sua interpretazione nel film drammatico Lighting Up the Stars che gli è valsa il premio come miglior attore al Golden Rooster Awards), compare anche Chloe Maayan (vincitrice del premio Hong Kong Film Awards, del Hong Kong Film Critics Society Awards e nominata per il Golden Horse Award come migliore attrice protagonista per il suo ruolo in Three Husbands).

SINOSSI: Anni ’90, villaggio di Banpo, Cina rurale. Il corpo di una donna viene ritrovato in riva al fiume. Il coscienzioso Ma Zhe, capo della polizia criminale, dirige le indagini sull’omicidio che portano rapidamente a un arresto fin troppo facile. Mentre i suoi superiori sono ansiosi di comunicare il successo dell’inchiesta e consegnare il colpevole alla giustizia, diversi indizi spingono Ma Zhe a scavare più a fondo negli strani comportamenti nascosti dei suoi concittadini.

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