“Oltre il mito”: al Mudec Frida Kahlo in un percorso tra le vie della politica, della terra e della donna.
“Oltre il mito”, così il Mudec ci propone Frida Kahlo. La sfida è esaltante ma la riuscita è possibile? Frida è mito.
Il Mudec si propone di liberare l’artista da quella carica mitizzante troppe volte cucitale addosso, per restituircela nella verità dell’arte per all’arte. Una proposta senza dubbio che ci fa riflettere e ci ricorda il suo essere avanguardia.
Ma Frida è di più. L’arte si confonde nella sua vita e la vita trova ossigeno nell’arte a cui si affida e a cui diventa devota.
Nei nostri immaginari, come nella verità, Frida è quel tutt’uno che sortisce inesauribile fascinazione. È Messico e colori, natività e deterioramento, rivoluzione e resistenza.
Frida destabilizza, non la si può guardare a lungo, tavolta non la si può bloccare in una fotografia, perché sacrilego, altre non le si riesce a smettere di staccare lo sguardo di dosso e di ammirarla, perché Frida non è solo dolore. Il Mudec ce la riconsegna completa, in un percorso tra le vie della politica, della terra e della donna.
Frida è amore, un amore irrisolvibile ed inesausto per Rivera, come per chi condivide la sua causa, per una nipote che vizia, per la terra indigena a cui appartiene e che inneggia.
È tutto, contraddizioni, risoluzioni ed irrisolvibiltà. Non abbiamo bisogno di andare oltre il mito, Frida ci va da sè, in
una realtà solo apparentemente surrealistica ma, come lei stessa dichiara, profondamente vera.