[REVIEW PARTY] Noir. Una perfetta bugiarda di Elisa Gentile
Titolo: Noir. Una perfetta bugiarda
Autrice: Elisa Gentile
Sinossi
Siamo amanti. Siamo la fine di un inizio che non c’è mai stato. Siamo l’incubo di ogni fiaba.
Può un amore diventare odio? Quando un sogno a occhi aperti si tramuta nell’incubo peggiore, probabilmente, sì. Lo sa Marco, quando nella sua vita, per caso, piomba Gresia, bella da far male. Bella da morire.
Nonostante lei tenti di tenerlo lontano, Marco si innamora di questa donna dai lunghi capelli biondi e dagli occhi incredibilmente celesti che, a sua insaputa, lo ha già condannato. Perché Gresia, dietro quel sorriso tirato, quel profumo inebriante e quegli occhi di ghiaccio nasconde un segreto. Uno di quelli in grado di cambiare tutto e niente. Uno di quei segreti che, una volta venuto a galla, non può non causare dolore, rabbia: che alimenta l’amore con l’odio, ma che non può cancellare la passione.
Elisa Gentile
È nata a Vignola (Modena), ha ventinove anni e da otto vive in Sicilia, dove ha seguito la famiglia e trovato l’amore. Ha cominciato a scrivere per passione delle fanfiction ispirate a Twilight, presentandole poi sul proprio blog. Solo un paio di anni fa, incoraggiata dalle sue lettrici, ha deciso di trasformarne una in un romanzo vero e proprio e pubblicarlo solo in versione digitale. Il libro ha scalato immediatamente le classifiche degli store online diventando un vero e proprio caso. La Newton Compton ha pubblicato La Trilogia delle bugie: Non meriti un minuto in più del mio amore, Ti amo perché sei bugiardo e Mi manchi, ti voglio, ti perdono.
Recensione
Un romanzo intenso e vibrante, capace di suscitare interrogativi e di dividere il cuore del lettore!
“Odio, rancore, disprezzo, disperazione. Attrazione, passione, possesso. C’è sesso e c’è desiderio. E follia, pura follia che ci si scioglie addosso come un acido… Ho potuto vederlo: siamo tutto, non siamo niente.”
La protagonista, Gresia, suscita a tratti commiserazione e a tratti rabbia. Marco, al contrario, è l’uomo perfetto ma la perfezione che nella prima parte del libro si mantiene intatta, lentamente, con lo scorrere delle pagine, si sgretola e questo a causa dell’amore folle ma anche malato provato per Gresia.
“Siamo amanti. Siamo la fine di un inizio mai avvenuto. Siamo l’incubo di ogni fiaba. Siamo l’antitesi di un amore senza lieto fine.”
Non volendo svelare, nello specifico, ciò di cui tratta il romanzo mi sento di dire solamente che si distacca dai soliti cliché d’amore e produce uno strappo; uno strappo che non verrà ricucito nel lettore, nemmeno nel finale: la scissione tra ciò che è giusto e ciò che ci insegnano fin da piccoli, ovvero seguire il cuore, è netta ed una scelta diviene quasi impossibile da compiere.
Gresia, apparentemente, conduce un’esistenza “normale”: va all’università, si incontra con la zia, eppure non ha nessun rapporto con i genitori e provoca in Marco una profonda disperazione: la causa di ciò? La sua scelta di vita, grave e a tratti sconsiderata. Ma l’amore colpisce anche chi non lo vuole o non lo merita e i due, Gresia e Marco, si incontreranno e si scopriranno a volte simili e a volti estranei.
“E ho capito che la morte non ha il sapore orribile che immaginavo. Sa di buono, ti attira con un profumo di estasi, ha capelli biondi e ti rende cieco per la sua bellezza. Soffrire, alla fine, è meglio che subire. Ma amare, è la cosa peggiore che potesse capitarmi. Pensavo di avere lasciato scivolare via il dolore. Ne ho ottenuto solo disprezzo. Altro bisogno del suo odore, del suo profumo, delle sue mani e dei suoi occhi.”