Una chiacchierata con Licia Fierro: il suo nuovo romanzo “Le seduzioni del Tempo” ha inaugurato la collana “Sidera” di Terre Sommerse.
Il nuovo romanzo di Licia Fierro, “Le seduzioni del Tempo”, ha inaugurato la collana “Sidera” di Terre Sommerse. La collana sarà dedicata alla narrativa d’autore ed al genere del romanzo.
Sinossi:
Giulia Nepi era solo una bambina la notte del ghetto, quando venne trascinata via dai giochi allegri e dalle passeggiate sul Lungotevere; quella notte in cui tanti furono rapiti dietro il portico di Ottavia. Sopravvissuta alla violenza, Giulia ricostruisce la sua vita a Firenze, in un’apparente completezza nei suoi ruoli di giudice, moglie e madre. La sua esistenza è dominata dal corpo e le sue scelte sono guidate dal bisogno di vita: con Aldo sperimenta la potenza del desiderio e con la figlia Miriam la forza creatrice della maternità. Ma la sua anima la tiene per sé, al riparo dagli altri e dalle seduzioni del tempo, nutrendola di arte e filosofia.
Poi, l’incontro con Enrico la ricongiunge alla sua persona: Enrico è l’amore che dà senso alle parole e all’attesa, oltre la ricerca dell’appagamento dei sensi.
Ma nessuno, meno che mai un’ebrea, può smettere di fare i conti con il passato; è l’anziano Gad, l’uomo che l’aveva accompagnata nel viaggio di ritorno dal campo di concentramento, a dare a Giulia l’occasione per tessere insieme i fili tra passato e presente, e per intrecciare in modo inaspettato il dolore alla colpa.
Consapevole e forte proprio in nome del suo essere divisa, Giulia troverà da sola la via per prendersi cura della propria anima e per contrastare le prepotenti incursioni del tempo.
Biografia dell’autrice:
Licia Fierro, di famiglia cilentana, è nata a Napoli dove ha compiuto i suoi studi fino alla laurea in storia e filosofia presso l’università Federico II. Vive a Roma dove ha insegnato queste discipline nel liceo classico. Ha partecipato a numerosi progetti in collaborazione con università ed enti di ricerca delineando percorsi tematici di approfondimento che ha tradotto e pubblicato come Saggi e Quaderni di valenza didattica. Ha coordinato iniziative prestigiose per il suo liceo fra le quali una serie di trasmissioni de “Il Grillo” di Rai Educational e in ultimo “Agorà scuola aperta”.
Le Seduzioni del Tempo è il suo secondo romanzo, che fa seguito all’esordio avvenuto con Dalla Via Mulattiera (Terre Sommerse, 2014).
- Nel libro la protagonista, Giulia Nepi, vive l’orrore della deportazione ad Auschwitz, in quanto ebrea. Si è ispirata ad una persona esistente per delineare il suo personaggio?
Non mi sono ispirata a nessuna persona esistente né per Giulia Nepi, né per tutti gli altri personaggi. L’ispirazione si nutre di fantasia anche quando il contesto in cui si muovono i personaggi è storicamente individuabile.
- Giulia è sposata con Aldo ma sembra volerlo accanto solo per un fattore carnale. Considera ciò amore o solo estremo bisogno?
Giulia è stata segnata dalla violenza . È l’attrazione fisica la sua “prima maniera” di risarcire il corpo. La sua forte sensualità è come un inno alla vita, un forte bisogno di vita che poi si traduce pure nel darla attraverso la maternità. Conoscerà l’amore, la tensione dell’anima, la parola che crea attraverso Enrico, ma la sua dimensione resterà quella di una dualità irrisolta. Se dovessi definire il mio romanzo in poche parole direi che è un dialogo lirico sull’incompiutezza dell’essere umano. Poi in ogni personaggio, Giulia in primis, questo dualismo ha una diversa radice e connotazione. Sta al lettore scoprirla.
- Nel romanzo Giulia cita spesso autori classici, quali Platone e Kant. Sono filosofi che ancora oggi possono spiegare la società esistente?
Nel romanzo c’è un substrato culturale che appartiene alla scrittrice e che dà spessore all’introspezione e all’espressione senza cadere nella trattatistica. Non esiste intento pedagogico . Un messaggio è però chiaro: la filosofia non è un inutile orpello, ma un’aspirazione, una forma di amore che rende più bella la vita, il passaggio dal tono lirico a quello dialogico è possibile anche grazie a quelle presenze nascoste o solo in parte svelate. Perchè l’altro aspetto del romanzo oltre l’incompiutezza è l’apertura, il mistero. Per questo lo svelamento non è mai totale e il racconto assume in più punti la venatura del “giallo”.