Accordo storico tra Emirati Arabi Uniti e Israele: il 13 agosto una nuova data storica nelle relazioni arabo-israeliane
È il 13 agosto la nuova data storica nelle relazioni arabo-israeliane: Abu Dhabi e Tel Aviv trovano un accordo diplomatico che verterà principalmente su accordi commerciali, turistici e regolamentazione della circolazione dei rispettivi cittadini nei due Paesi.
La condizione fondamentale che Israele ha accettato è di bloccare temporaneamente la manovra di annessione della Cisgiordania. Gli Emirati sono il terzo Paese arabo, dopo Egitto e Giordania, ad aprire ad Israele. Immediata la risposta palestinese, con proteste in tutta la Cisgiordania per il tradimento degli Emirati, accusato di essersi dimenticato della causa palestinese. Lapidaria anche la risposta di Ankara, che considera l’accordo un “tradimento della causa palestinese”. Secondo il governo turco, questo accordo danneggerà soprattutto la Turchia e l’Iran, oltre a porre ancora più distanza tra il mondo arabo e il popolo palestinese.
Israele ora osserva attentamente le mosse della Turchia: secondo il direttore del Mossad Yossi Cohen “la minaccia proviene dalla Turchia”. Tuttavia, questo accordo potrebbe costare caro a causa delle minacce molto più imminenti che Israele ha ricevuto: Hamas ha teso una mano verso l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e ha promesso ritorsioni e reazioni violente. Eppure, non è la prima volta che il mondo arabo volta le spalle alla questione palestinese: quando Donald Trump dichiarò Gerusalemme capitale d’Israele, la reazione della Lega araba è stata semplicemente riconoscere Gerusalemme Est come futura capitale dello Stato palestinese.
Andando ancora più indietro nella storia, l’Egitto e la Giordania (nemici storici dello Stato ebraico) firmarono accordi di stabilità nel tentativo di lavorare su una precaria pace in Medio Oriente. Inoltre, gli israeliani possono viaggiare in quasi tutti gli stati arabi (probabilmente andando incontro a severe domande prima di essere ammessi nei loro confini) ad eccezione di Siria e Libano. Così possono fare i cittadini di quasi tutti i Paesi arabi: quando mi trovavo in Israele ho visto coppie arabe in luna di miele in Israele.
L’accordo tra Abu Dhabi e Tel Aviv si è svolto sotto la supervisione del Presidente Trump ed è stato definito come un passo importantissimo per la pace e stabilità in Medio Oriente. Di sicuro questo accordo è un buon punto di partenza e un segnale di speranza dal principe degli Emirati che mostra ancora una volta uno spirito pro – occidentale. Tuttavia è troppo presto per definirlo come un passo importantissimo per la pace e stabilità in Medio Oriente, anche perché Netanyahu dovrà affrontare a breve l’ennesimo processo per corruzione e, se dichiarato colpevole, potrebbe dare le dimissioni o essere costretto a rinunciare al suo incarico politico.
Israele potrebbe, dunque, tornare a votare molto presto e quindi gli accordi potrebbero subire un rallentamento a seconda dell’esito di tali elezioni.
Per il momento, si festeggia una nuova tappa storica in Medio Oriente e si attendono le ritorsioni.
Martina Seppi
Immagine: Foto di Jörg Peter da Pixabay