Cattivo odore, altro che Profumo!
Scorro distrattamente in metro la mia home di Facebook che ormai si sostanzia in pagine di articoli di giornale. L’occhio mi cade su un nome: Alessandro Profumo, mi dice qualcosa ma non mi sovviene.
Leggo l’articolo in cui si parla del fatto che sia stato nominato amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica.
Rapida ricerca Google, eureka! I titoli che mi si parano dinnanzi agli occhi sono sconfortanti: rinviato a giudizio per usura bancaria in relazione ai tassi applicati dalla Monte dei Paschi, che ai tempi dirigeva (cronache e vicende note, quelle della banca senese).
Andando più addietro ad un articolo del 2012 del Sole 24 Ore, Profumo risulta rinviato a giudizio per frode fiscale quando era ai vertici di Unicredit (sempre per onore di cronaca, ricordiamo che l’Unicredit è stata anch’essa quasi sull’orlo del fallimento, prima che venisse nominato il nuovo ed attuale AD Mustier che sta attuando un’operazione di risanamento).
Nessun Profumo, dunque, solo tanta ma tanta puzza di bruciato.
Il dato ulteriormente sconvolgente è che dietro la volontà di nominare Profumo ci sia il Ministro dell’Economia Padoan, essendo la società in questione una partecipata statale.
Mi chiedo se il nostro sistema sia davvero così profondamente incancrenito da riproporci come fosse un pasto mal digerito, personaggi dalla così dubbia condotta morale e professionale. Mi chiedo anche quanto siano legali questi legami tra potere politico e potere bancario. Basti pensare a Banca Etruria e all’evidente conflitto di interessi del Ministro Boschi nella più che discussa vicenda della banca toscana.
Monte dei Paschi, Unicredit, Banca Etruria. Diverse casistiche, un unico comune denominatore, ovvero che mentre gli amministratori delegati continuano ad avvicendarsi e lucrare con buonuscite da capogiro a fronte di istituti di credito falliti o sull’orlo del fallimento, i risparmiatori continuano a pagare le conseguenze di tali condotte scellerate. Quando si dice il profumo dei soldi.
Annarita Lardaro