CELEBRITY HUNTED: LA RECENSIONE
Tanta adrenalina e colpi di scena sono i due ingredienti del nuovo reality “Celebrity Hunted”, disponibile su Amazon Prime dal 13 marzo.
In soli 14 giorni 8 vip, con 70 € al giorno e un cellulare di “vecchia generazione” non devono farsi rintracciare dagli Hunters.
Riuscire in questa impresa vuol dire due cose: dimostrare che non siamo ancora del tutto schiavi della tecnologia e devolvere il montepremi di 100.000 € in beneficenza.
Chi sono i primi personaggi pubblici a provare sulla propria pelle questo esperimento “social-e”?
La prima coppia è formata da Fedez e lo youtuber bolognese Luigi (in arte Luis Sal). Mentre Fedez tra un attacco d’ansia e uno d’asma riesce a rimanere concentrato e attento per tutta la durata del gioco, Luis non si riscatta dall’unico ruolo che interpreta quotidianamente, quello dello “strambo giullare”. I punti di forza di questa squadra sono la fama di Fedez e tutta la rete di conoscenze seminate dai “Ferragnez” durante gli innumerevoli viaggi.
Pur essendo una coppia anomala perché monocefala, Fedez e Sal restano gli unici concorrenti ad aver sempre bene a mente lo Show, la spettacolarità, la presenza di un pubblico di fan che non va deluso mai, né dentro né fuori dal reality.
Altra coppia di amici, ma a mio avviso molto più dolce della prima, è quella composta dagli attori Cristiano Caccamo e Diana Del Bufalo. Partecipano al gioco sfruttando al massimo la capacità mimetica sviluppata grazie alla recitazione. Sono due camaleonti in fuga per l’Italia. Questa strategia seppur semplice sembra essere efficace finché la vita reale non “entra a gamba tesa” nella gara e li costringe a dividersi. Una volta separati, purtroppo, perdono completamente sia appeal sia “i poteri magici”.
L’unica coppia di nome e di fatto del gioco è composta da Francesca Barra e Claudio Santamaria. Marito e moglie che puntano tutto su quel mix di complicità, amore, fiducia e profonda conoscenza che solo alcuni matrimoni moderni conoscono. Quelli solidi.
Infine abbiamo due protagonisti che giocano in solitaria: Costantino della Gherardesca e Francesco Totti.
Il primo è in vacanza, a volte sembra addirittura essere tornato ai tempi delle gite scolastiche. Costantino è avulso da qualsiasi strategia o tattica di gioco. Forse “troppo hippy” per un format così tanto “thriller”. Totti invece fa dell’effetto sorpresa la chiave della sua strategia di fuga. Di poche parole, genuino, naturale. Voto 8. Un campione col suo stile personale anche in questo caso.
Questi sono i concorrenti. Diversissimi tra loro, con abilità e caratteristiche variegate, mettono in piedi strategie di sopravvivenza e di fuga molto originali che ci stupiscono e ci fanno divertire per tutto il tempo.
Ciononostante noi spettatori ci ritroviamo tutti divisi, come da piccoli, in due squadre avversarie. C’ è chi parteggia per le “guardie”, chi per i “ladri”.
A questo proposito, è buffo vedere come il cameratismo spontaneo che si instaura tra sconosciuti e concorrenti quando questi ultimi devono nascondersi, si scontri e soccomba puntualmente alla “schiavitù” del XXI secolo: si posta sui social in modo compulsivo, senza scrupoli. Nulla possono le promesse fatte ai tanto amati vip dai “comuni mortali” incrociati lungo il cammino. Le “guardie” quindi riescono sempre, a scoprire dove si trovano i “ladri”. A volte in ritardo, a volte in anticipo ma sempre! I social ci rendono trasparenti. Tracciabili. Tracciati.
Sarà una banalità ma i rapporti umani si confermano come il contraltare del potere delle nuove tecnologie. Le relazioni sociali radicate e forti, costruite nel corso degli anni dai nostri vip, rappresentano il sicuro salvagente al quale aggrapparsi durante ogni tempesta imprevista che si trovano ad affrontare.
Chi è che dà la caccia con grinta ed energia a personaggi famosi come Totti o Fedez?
Un team di investigatori professionisti: gli hunters. Ex capi di polizia, criminologi, hacker e squadre scattanti sul campo cercano di acciuffare i fuggitivi senza esclusione di colpi. Approfondire alcune tecniche investigative e avere l’opportunità di vederle messe in atto è sicuramente l’altra componente briosa e sfidante del reality.
“Il programma replica alcuni dei poteri dello Stato come telecamere di sorveglianza, tabulati telefonici e tracciamento dei movimenti bancari”: con questa dicitura inizia ogni nuovo episodio della serie.
Anche vedere agito tutto questo potere divide gli spettatori in due gruppi. Quelli che si sentono rassicurati e quelli che sono inquietati. Alcuni riacquistano un po’ di fiducia nelle forze dell’ordine, altri si preoccupano per l’invasività di certi poteri.
C’è chi tifa per le “guardie” e vuole sentirsi al sicuro ad ogni costo. Chi invece tifa per i “ladri” e probabilmente non vuole barattare la sicurezza con la privacy e la garanzia delle libertà individuali.
A prescindere dalla “squadra del cuore”, quella per cui si parteggia dall’inizio alla fine dei 6 episodi del reality, mentre siamo tutti a casa in quarantena, “Celebrity Hunted” è sicuramente un ottimo diversivo alla noia.