“Clitennestra” al Teatro Argentina con Isabella Ragonese: la recensione
In scena fino al 20 gennaio al Teatro Argentina “Clitennestra”, adattamento e regia di Roberto Andò, tratto da “La casa dei nomi” di Colm Tóibín.
“Ho dimestichezza con l’odore della morte”: una voce accoglie gli spettatori in sala. Parole antiche, ferme, di cose ormai passate.
“Tante le cose ormai disperse ma l’odore di morte permane”.
Le mura di una casa intrisa di dolore, inganni, sofferenze. La morte che persiste, impregna della sua essenza una dimora che fu di famiglia ed è ormai diventata ombra di vita.
Clitennestra (Isabella Ragonese) attraversa la scena e racconta, narra la morte della figlia Ifigenia (Arianna Becheroni) per mano di Agamennone (Ivan Alovisio), marito e padre.
Una morte per una vittoria.
Agamennone ha, infatti, sacrificato la figlia per ottenere il favore degli dei in battaglia, dopo averla fatta giungere con la madre Clitennestra e il fratello Oreste nell’accampamento. Un inganno quello ordito da Agamennone che promette il matrimonio di Ifigenia con Achille (Denis Fasolo).
Clitennestra è donna, madre, vendetta: vive per risentire quell’odore di morte, si prepara insieme al suo amante Egisto (Federico Lima Roque): uccidere Agamennone è il fine ultimo, lo scopo.
L’opera, magistralmente interpretata da Isabella Ragonese, narra le pulsazioni umane. Clitennestra supera il suo mito e diviene donna di sangue e passioni. Le altre figure diventano marginali sulla scena e non all’altezza delle interpretazioni della Ragonese e di Ivan Alovisio.
Interessante la scenografia che si sviluppa su tre piani distinti: una lama affilata sembra fendere l’aria ad ogni cambio di scena.
Il testo essenziale ed elegante fa rivivere le figure classiche della casata di Atreo e, intaccando la loro mitica intangibilità, li rende personaggi di carne e sangue, dotati di psicologia, motivazioni e tonalità. Gli dei, al contrario, sembrano aver abbondonata quella casa di dolore, le sofferenze umane.
Il regista ha dato un tocco di modernità alla messinscena con la musica e l’utilizzo del corpo: questi elementi rendono lo spettacolo fruibile e “leggero”, nonostante la tematica.
Al termine resta il silenzio, tracce di presenze, in uno stato di dormiveglia e silente dolore.
“Cammino tra le ombre.”
Dal 10 al 21 gennaio al Teatro Argentina
CLITENNESTRA
da La casa dei nomi di Colm Tóibín
adattamento e regia Roberto Andò
con
Isabella Ragonese, Ivan Alovisio, Arianna Becheroni, Denis Fasolo,
Katia Gargano, Federico Lima Roque, Cristina Parku, Anita Serafini
coro Luca De Santis, Eleonora Fardella, Sara Lupoli, Paolo Rosini, Antonio Turco
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
musiche e direzione coro Pasquale Scialò
suono Hubert Westkemper
coreografie Luna Cenere
trucco Vincenzo Cucchiara
parrucchiera Sara Carbone
aiuto regia Luca Bargagna
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Campania Teatro Festival – Fondazione Campania dei Festival