[COMUNICATO] Francesca Benedetti interpreta la vaticinate follia di Tiresia
In più di sessant’anni di carriera ha interpretato i più importanti ruoli femminili della storia del teatro classico e contemporaneo, e ispirato i più grandi registi italiani da Missiroli a Castri, da Cobelli a Ronconi a Strehler. È l’attrice Francesca Benedetti, classe 1935, nata a Urbino, artista ecclettica di straordinario talento, che è in scena al Teatro Argentina dal 27 febbraio al 29 marzo, con ANTIGONE di Sofocle, adattamento e drammaturgia Sandro Lombardi, Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi. Regia Federico Tiezzi. Francesca Benedetti interpreterà il controverso ruolo di Tiresia, solitamente interpretato da uomini.
Tiresia è contemporaneamente il femminile e il maschile, adulto e bambino, ambiguo, erotico, ha in sé più voci e le esprime in maniera metafisica. L’attrice incede in scena accompagnata da un giovanissimo uomo: «È un toy boy — afferma la Benedetti – con cui il mio Tiresia ne fa di tutti i colori. Il suo delirio è venato di una sensualità selvaggia, promiscua, vampireggiante: in lei-lui è condensato tutto il materiale e l’immateriale dell’essere umano”.
La Benedetti che alla metà degli anni Settanta impersonò Antigone nell’Edipo a Colono diretto da Aldo Trionfo, racconta così il suo personaggio: “In Urbino, la mia città natale, c’era uno splendido vagabondo vaticinante, lubrico e puro, folle e saggio. E’ a lui che dedico il mio Tiresia. Il regista geniale che mi guida, Federico Tiezzi, ha individuato in me la forza necessaria per poter esprimere follia vaticinante e concretezza, insieme ad una sorta di sensualità polimorfa (Tiresia è uomo e donna) tanto da costituire un parallelo con la Jeanne Moreau di Querelle de Brest. Atmosfere sordide, perversione e sacralità e un lato vampiresco, un costante richiamo alla morte come luogo di legittimità e di approdo sostanziale. Tiresia è comunque più vasto di qualsiasi definizione. Dal Tiresia delle “Mam-elles de Tiresias” di Apollinaire, ai grandi attori che lo hanno frequentato nel tempo, ai numerosi traduttori che lo hanno rianimato, Tiresia risplende incommensurabile dall’abisso dei secoli”.
Francesca Benedetti ha lavorato con tutti i più grandi registi del teatro italiano: Strehler, Ronconi, Missiroli, Castri, Cobelli.
“Ci sono tre eventi che nella mia vita artistica sono stati fondamentali e mi piace sempre ricordarli – afferma Francesca Benedetti – nel 1974 lo spettacolo “Macbetto” scritto per me da Giovanni Testori (premio la Maschera con Lauro d’Oro), nel 1976 “Il Temporale” di Strindberg con la regia di Giorgio Strehler, fino ad arrivare al 1983 anno in cui con Emilio Isgrò fondammo le “Orestiadi” di Gibellina (protagonista per tre anni nel ruolo di Clitennestra)”.
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