Conoscere e capire il vino: ecco alcune semplici regole
Il fascino del vino è racchiuso nei suoi vividi colori e in quei movimenti suadenti che compie all’interno del bicchiere, tra le nostre mani. Quello dell’assaggio, anticipato da una certa contemplazione, è un gesto ipnotico e affascinante: ricco di passione. Non serve essere degli esperti di vino per apprezzarne gusto e carattere. E’ possibile anzi seguire poche e semplici regole base per rendere l’esperienza di degustazione piacevole e appagante. Per valutare la qualità di un vino saranno messi in moto il senso dell’olfatto e del gusto ma anche quello davvero cruciale della vista: andare alla scoperta di gusti e profumi sarà come fare un viaggio tra le tipicità e gli umori del territorio di provenienza. Basta pensare al vino Ornellaia, capace di raccontare la grande bellezza della Toscana e richiamare alla mente emozioni e ricordi. In generale, un vino potrà sempre far rivivere bei momenti del passato, come viaggi e altre esperienze di vita insieme a persone care, grazie al trasporto che viene scatenato da certi sapori e odori.
La fretta è nemica dell’esperienza degustativa
Per un assaggio perfetto non bisogna avere fretta, anzi l’ideale è prendersi tutto il tempo necessario ad assimilare il messaggio tra le righe. Sempre ricordando che, nei momenti conviviali, il primo assaggio spetta all’ospite o comunque a chi ha fatto l’ordinazione della bottiglia. Per procedere con la nostra analisi sensoriale occorre mettere in moto la vista e osservare con particolare attenzione il vino fin dal momento in cui viene versato nel bicchiere: si comincia col portare quest’ultimo all’altezza degli occhi. La prima ‘indagine’ riguarderà infatti limpidezza, trasparenza e – a seconda dei casi – l’effervescenza. Ruotare il calice per colorare le pareti del bicchiere servirà poi a stabilire un altro aspetto, osservando l’anello di liquido che si forma. Le gocce potranno tornare velocemente verso il basso nel bicchiere (tipico dei vini più leggeri) oppure rimanere più a lungo sui lati (un classico dei vini più pesanti).
Gusto e olfatto sono i sensi chiave dell’analisi
Il gesto più iconico dell’analisi sensoriale è quello che si compie avvicinando al proprio naso il bicchiere dove è stato versato il vino. Una volta chiusi gli occhi inizia l’esperienza di viaggio: su un foglio bianco sarà utile segnare tutto ciò che quella degustazione ha suggerito alla mente, le persone e i ricordi che ha richiamato nella memoria. Segnate anche sapori e fragranze che avete percepito, indicando se si tratta di aromi legati a fiori o frutti. E’ ruotando il bicchiere e movimentando il vino che si sprigionano queste essenze: le associazioni di idee potranno suggerirvi connessioni con il legno, la frutta secca oppure il mare. Una volta conclusa l’analisi olfattiva si passa alla degustazione vera e propria, facendo un piccolo sorso e tenendo il vino in bocca per bagnare correttamente le papille gustative. Occorre fare mente locale su tre momenti clou: il sapore iniziale, quello intermedio e poi quello finale. Sempre tenendo presente una regola aurea, che riguarda i quattro sapori cardine che sappiamo riconoscere ovvero l’amaro, il salato, il dolce e l’acido. Come riconoscere un vino di qualità? Dal bilanciamento e l’equilibrio giusto di tasso alcolico, acidità e tannicità.