“De Profundis – l’altra metà del giardino” di Paolo Orlandelli al Teatro Di Documenti dal 14 al 19 maggio
“Mi appare, il De Profundis, come una tragedia moderna narrata in prima persona, una storia-mito che ha a che fare con il destino e con la hybris non meno di quelle riportate dai greci, forse ancora più significativa per noi in quanto a noi temporalmente più vicina.” (Paolo Orlandelli)
In scena al Teatro Di Documenti dal 14 al 19 maggio “De Profundis – l’altra metà del giardino”, testo e regia di Paolo Orlandelli. Con Mauro Toscanelli, Gaetano Lizzio e Vincenzo Palladio. Costumi di Carla Ceravolo.
Dopo un prologo tratto dal “De Profundis”, in cui si immagina Wilde divenuto statua alla maniera del Principe Felice, che parla ai posteri, si darà spazio alla materia trattata nei tre processi di cui Wilde fu protagonista. Il primo venne da lui intentato contro Lord Queensberry, padre di Lord Alfred, e si concluse senza un verdetto poiché Wilde ritirò la querela; il secondo venne intentato contro Wilde da Sua Maestà la Regina Vittoria ma il verdetto non fu emanato poiché mancava l’unanimità tra i giurati; il terzo ed ultimo processo vide Wilde condannato al massimo della pena prevista per il reato di sodomia e oltraggio al pudore.
Nel tentativo di dimostrare l’immoralità dell’autore irlandese, nei processi si tratta diffusamente della sua produzione letteraria: lo stesso attore interpreterà brani da Il ritratto di Dorian Gray, una parte della requisitoria conclusiva dell’avvocato dell‘accusa e la sentenza del giudice dell’ultimo processo. Tale avvicendamento di temi e personaggi, interpretati dallo stesso attore, vuole anche significare la schizofrenia di un sistema giudiziario che puniva, fino al 1967, i rapporti omosessuali commessi in privato tra maschi consenzienti.
Quindi, si tornerà al “De Profundis” per approfondire l‘esperienza del carcere e l’inaspettata metamorfosi di Wilde, che decide di accettare la prigione come parte del suo sviluppo e che siede con umiltà alla scuola del dolore.
Poiché Wilde muore tre anni dopo la scarcerazione, lo spettacolo si chiude con la favola La Sala del Giudizio, dove Wilde immagina che l’anima di un uomo si trovi al cospetto di Dio e, pur ammettendo tutti gli addebiti, tuttavia non può accogliere il castigo di Dio poiché non è in grado di immaginarlo.
Lo spettacolo è itinerante e si snoda in tre diverse sale del Teatro di Documenti, il meraviglioso e avveniristico spazio teatrale ricavato dal Maestro Scenografo Luciano Damiani (1923-2007) dalle grotte di Testaccio.
dal 14 al 19 maggio
da martedì a sabato ore 21
domenica ore 19
Costo del biglietto 12 euro + 3 euro tessera associativa
Teatro di Documenti
Via Nicola Zabaglia, 42
00153 Roma
tel. 06/ 45548578
cell. 328/8475891