Disturbi all’udito, cresce la preoccupazione anche tra i giovani

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Siamo abituati ad associare l’ipoacusia all’età senile, ma negli ultimi anni sempre più giovani stanno sperimentando disturbi all’udito. Tanto che anche l’OMS è intervenuta a riguardo, confermando un aumento dei casi: se trascurato, questo problema può compromettere persino le capacità cognitive.

Gli adolescenti, in particolare, sono al centro della problematica, poiché sono i principali fruitori di device come cuffie e auricolari a volume altissimo, se non al massimo.

Vediamo, nello specifico, cos’è l’ipoacusia, come si manifesta, quali sono i segnali a cui prestare attenzione e i supporti da valutare, tra cui gli apparecchi acustici, che amplificano i suoni, permettendo alle persone di comprendere meglio le parole (e non solo).

Danni all’udito, perché affliggono anche i giovani?

Lo abbiamo anticipato: a indossare sempre più spesso gli auricolari sono i giovani. E c’è una percentuale: il 92,12% dei ragazzi italiani. Un numero spropositato, che però non è così “inconsapevole” dei danni, tuttavia: la prevenzione, però, rimane ancora in una fase di stallo.

Di norma, dovremmo mantenere il volume basso, entro gli 80 dB nelle cuffie, e per un periodo che non superi le 40 ore alla settimana. Negli ambienti rumorosi, poi, il buonsenso (e le linee guida per la prevenzione) suggerisce di indossare appositi tappi. Ma ben pochi lo fanno.

La conseguenza? Molti giovani soffrono sempre di più di acufeni, che è tra gli iniziali segnali di danni uditivi, con sintomi che possono peggiorare nel tempo, tra cui fischi e rumori.

I dati dell’OMS, come anticipato, fanno ulteriormente riflettere: sono più di un miliardo i giovani che sono esposti a una perdita dell’udito proprio perché ascoltano la musica a volumi dannosi, non solo nelle cuffie, ma anche nei locali notturni, nei concerti, o ancora negli eventi sportivi.

Le cause dell’ipoacusia

A tal proposito, è molto importante concentrarsi sui segnali precoci della perdita uditiva, come avere difficoltà nel seguire le conversazioni, soprattutto quando è presente un rumore di fondo.

Persino le conservazioni telefoniche stesse possono risultare poco chiare, e questo vale sia in ambienti rumorosi quanto silenziosi. Oppure, quando le persone parlano, avvertiamo difficoltà a distinguere le parole in un borbottio che peggiora nel tempo.

Altri segnali a cui prestare attenzione assolutamente sono la difficoltà a riconoscere la provenienza dei suoni, la presenza di acufene (ovvero frequenti ronzii e fischi nelle orecchie), e – naturalmente – essere abituati ad aumentare il volume della TV o del PC in modo continuo.

Un aiuto dagli apparecchi acustici

La tecnologia, negli ultimi anni, ha fatto dei passi da gigante: in particolare, per chi soffre di disturbi uditivi, gli apparecchi acustici sono diventati dei veri e propri punti di riferimento, poiché sono dei dispositivi elettrici che fungono da amplificatori di suoni.

Per le persone affette da ipoacusia, ovvero la condizione in cui è difficile sentire il suono, con gli apparecchi acustici si effettua un lavoro a 360°, poiché consente loro di avvertire i suoni più chiaramente e migliorare la qualità stessa della vita.

Prevenendo, in alcuni casi, la depressione: spesso, chi ha difficoltà a sentire o comunicare tende a isolarsi. Ecco perché oggi più che mai c’è la necessità di effettuare una prevenzione dei disturbi uditivi.

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