Echi di… Foschia
Un romantico paesaggio autunnale dove nuvole di nebbia avvolgono alberi spogli e umidi, alcuni, i più fortunati, sono ravvivati da vivaci luci natalizie, regalando calore a chi li osserva mentre lo sguardo si posa sul grigiore di una mattina di novembre.
È questa l’immagine che gli occhi ci fanno vedere e il cuore ascoltare, quando sentiamo pronunciare il nome Foschia. Un panorama offuscato oltre il quale non possiamo intravedere che cosa si nasconde: il fascino del mistero, dell’inconoscibile, dell’ignoto. Sarà che l’uomo di per sé è sempre stato attirato da ciò che non è evidente, affascinato da quello che puoi celarsi anche solo dietro un velo di nebbia, ma è chiaro che un cantautore come Enrico Cattò – questo il vero nome di Foschia – ha scelto per la sua musica la sfumatura giusta per rappresentare quello che desidera comunicare.
La mancata stasi e il continuo cambiamento, l’essere in potenza e mai in atto, un processo in continua evoluzione verso qualcosa che non appare nitido ma che sappiamo esiste.
E come un bruco che diventa farfalla, ecco che Foschia ha intitolato “CRISALIDI” il suo ultimo singolo attualmente in rotazione radiofonica.
Un brano fresco e di quelli che tengono l’ascoltatore attento fino all’ultima nota, a percepire ogni minimo dettaglio di un pezzo dove le sonorità si frappongo in un’armonia incredibile. Scenari d’autore che introducono un rap innovativo, con un testo nemmeno per un istante scontato e dove anzi, il linguaggio sarcastico tiene a bada un’ironia altrimenti troppo diretta. A tratti si respirano echi di indie pop verso cui il rock tende ad irrorare uno sfogo interiore, quasi un grido liberatorio che non vuole più essere trattenuto. Si intuisce quindi la sperimentazione di un musicista intento a stupire se stesso e il pubblico che lo ascolta grazie anche alla collaborazione due esperti musicisti come Marco Felix e Silvio Palladio, nonché del contributo del direttore artistico di “CRISALIDI” Pietro Santoro.
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