“Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga”, dal 26 giugno su Netflix: recensione del film di David Dobkin.

Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga

Dal 26 giugno è disponibile su Netflix “Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga”, il nuovo lungometraggio del regista David Dobkin, scritto da Andrew Steele e Will Ferrell e prodotto da Jessica Elbaum, Will Ferrell e Chris Henchy.

La commedia ha per protagonisti Lars (Will Ferrell) e Sigrit (Rachel McAdams), due aspiranti musicisti con l’ambizione di partecipare all’Eurovision Song Contest, una delle principali competizioni musicali internazionali tra i cui vincitori figurano artisti del calibro di Celine Dion e degli ABBA. Sono quest’ultimo gruppo, nel lontano 1974, a spingere il piccolo Lars, un bambino che ha da poco perso la madre e con un padre austero, a inseguire un sogno appena pervenuto: “un giorno vincerò l’Eurovision Song Contest e nessuno di voi riderà di me”.

Molti anni dopo, tuttavia, ancora molti continuano a ridere della speranza cieca di Lars, coltivata solo da Sigrit, da sempre innamorata di lui e che desidera crearsi una famiglia con l’uomo: per tale motivo è sua accesa motivatrice, in quanto è convinta che se vincerà l’Eurovision Song Contest deciderà, finalmente, di stare con lei.

I due sono rappresentati nell’aspetto e nel comportamento in modo bizzarro: Lars appare un uomo ormai adulto, ma non in grado di affrontare la vita vera; continua, infatti, a vivere con il padre Erick (Pierce Brosnan) che disapprova la sua musica e vorrebbe un futuro concreto per il figlio. Anche Sigrit vive con la madre, è raffigurata come una “dolce fatina”, crede negli elfi a cui lascia dei doni per fare in modo che esaudiscono i suoi desideri e sembra una donna che non ha mai conosciuto il mondo. Entrambi i protagonisti vivono in Islanda, a Húsavík, inconsapevoli della vita e delle sue dinamiche.

“Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga” racconta allo spettatore una storia di sogni e di speranze ma lo fa in modo assolutamente erroneo, calcando troppo sull’aspetto demenziale della storia.

I due, quando verranno sorteggiati tra i tanti candidati all’Eurovision Song Contest per cantare al Festival della Canzone Islandese il cui vincitore avrà la possibilità di partecipare effettivamente alla competizione internazionale, saranno fautori di un debutto in televisione estremamente disastroso ma il fato giocherà a loro favore poichè la barca con gli altri 11 candidati salterà in aria, uccidendoli tutti, tra cui la favorita Katiana (Demi Lovato).

Ed ecco che I Fire Saga (il nome del loro gruppo) rimangono gli unici e i soli a competere. Sono ufficialmente all’Eurovision Song Contest.

Appena arrivati a Edimburgo, la città ospite della competizione, ogni cosa apparirà loro fantastica nonostante Lars continuerà a rifiutare una relazione sentimentale con Sigrit, credendo che sia necessario dedicarsi solamente alla musica: la sua ossessione per la vittoria diverrà così insistente che farà allontanare la fanciulla da lui, facendola avvicinare, nel contempo, al candidato della Russia, Alexander Lemtov (Dan Stevens), un uomo che sembrerà apprezzarla e “vederla” realmente per ciò che è ma che celerà, in realtà, un segreto.

All’interno del lungometraggio, in una serata di festa, appaiono, anche, alcuni degli artisti che hanno partecipato alla competizione “vera”, come Loreen, Alexander Rybak, Jamala, Conchita Wurst e Netta Barzilai.

Il film ha moltissimo elementi che lo rendono poco riuscito: un pessimo doppiaggio in italiano, la demenzialità di alcune situazioni (morti che parlano, uccisioni senza colpevoli) che appaiono fine a sé stesse e la durata che non è assolutamente giustificabile (due ore sono troppe per la vicenda narrata).

Poco divertimento e tanta banalità per una storia che non è in grado di riprodurre la bellezza e la dinamicità dell’Eurovision Song Contest.

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