Festa del Cinema di Roma 2022 – “Alam” del regista Firas Khouri: la recensione
Alam, ovvero bandiera. Questo il titolo del primo lungometraggio del regista Firas Khouri, classe ’82, di nazionalità palestinese, presentato nella sezione Progressive Cinema alla Festa del Cinema di Roma 2022.
Il lungometraggio, girato in Tunisia, racconta la vita di un gruppo di giovani, la loro normalità tra lezioni in classe e primi amori. Normalità che, tuttavia, si scontra con la storia, soprattutto quando sopraggiunge il giorno dell’Indipendenza di Israele che per i palestinesi è una giornata di lutto, ovvero la “nakba”.
Il film è ambientato in Israele dove i conflitti tra israeliani e palestinesi, nonostante il trascorrere del tempo, non si sono mai sopiti. Conflitti che affondano le loro radici nel 1948 con la Guerra d’Indipendenza in cui fu attuata una vera e propria pulizia etnica nei confronti dei palestinesi che persero case, lavori ed esistenza.
Anche nel presente gli effetti del conflitto si manifestano. I giovani continuano a voler esprimere a grande voce il loro rifiuto allo “stato delle cose”.
La bandiera diviene, quindi, il simbolo in grado di esprimere il dissenso. Un’azione non violenta per incidere la loro stessa esistenza.
Tamer (Mahmood Bakri) è il protagonista della storia: un ragazzo adolescente che si ribella alla scuola, rischia l’espulsione e si innamora. Un giovane come tanti che non ha vissuto il conflitto e a cui il padre consiglia di stare lontano da manifestazioni e questioni politiche.
L’arrivo di Maysaa’ (Sereen Khass), tuttavia, cambia il corso delle cose. La ragazza viene immediatamente notata da Tamer che vuole conoscerla. L’unico modo per avvicinarla è partecipare “all’operazione bandiera”, ovvero all’atto di issare la bandiera palestinese sul tetto della scuola.
Accanto a Tamer, vi è Safwat (Mohammed Abd El Rahman) che, a differenza dell’amico, ha già una vera coscienza sociale e politica. È, infatti, l’organizzatore dell’atto dimostrativo.
Ma nel gruppo c’è anche chi come Shekel (Mohammad Karaki) e Rida (Ahmed Zaghmouri) non si interessa di politica ma vuole solo trascorrere le giornate senza grandi “drammi”.
La modernità si scontra con la storia e stride. Questo non perché il film è sbagliato ma perché chi è lontano da territori complicati non può mai comprendere appieno le sensazioni di chi vive un’esistenza non canonicamente definita “normale”.
Sono giovani, quelli nel film, che nel cammino verso l’età adulta cercano il significato all’esistenza stessa. Fanno ciò tra ribellioni, notti di divertimento e piccole rappresaglie politiche.
La storia per loro è vita: uno zio che ha problemi mentali a causa della reclusione, territori dove un tempo c’erano delle case palestinesi, una manifestazione che sfocia in tragedia.
“Alam” può essere definito un film di formazione in cui è ben evidente come i conflitti per i giovani non sono passato ma semplicemente si trasformano in “altro”.
Alam è una coproduzione franco-tunisina-palestinese-saudita-qatariota realizzata da MPM Film, Philistine Films, Paprika Films, Red Sea Film Festival Foundation e Metafora Production.
Cast: Mahmood Bakri, Sereen Khass, Mohammad Karaki, Muhammad Abed Elrahmann, Ahmad Zaghmouri, Saleh Bakri.