“Go Home: A casa loro”, dal 15 al 17 aprile al cinema
Sarà proiettato nelle sale italiane, come uscita evento dal 15 al 17 aprile, il film “Go Home: A casa loro”, sceneggiatura di Emiliano Rubbi e regia di Luna Gualano. Oltre ad essere un prodotto cinematografico, “Go Home: A casa loro” è innanzitutto un progetto indipendente, nato dal crowdfunding e dalla realizzazione di un laboratorio cinematografico gratuito, indirizzato a tutti i migranti presenti sul territorio romano. Prima della funzione sociale della pellicola in sé, la funzione sociale nella produzione, nella bellezza salvifica del cinema.
Premio Panorama Italia di Alice nella Città, Premio Bava al Fantafestival 2018, “Go Home: A casa loro” è la nostra zombie apocalisse. Il film, è ambientato a Roma ed è stato girato nei centri autogestiti e occupati, Intifada e Strike. Il protagonista, Enrico (Antonio Bannò) militante di estrema destra, si ritrova durante una manifestazione contro l’apertura di un centro di accoglienza per migranti, nel mezzo di un’apocalisse zombie. L’unica possibilità di salvezza è proprio quel centro contro cui scagliava parole di odio e a cui ora rivolge imploranti grida d’aiuto. Nasconde la croce celtica che gli pende dal collo una volta entrato, il suo nemico, ora così vicino, non è più forse così nemico.
George Romero metaforicamente rappresentò la società consumistica con morti ritornati in vita, lobotomizzati, anestetizzati privi di personalità o forza nel singolo, un’informe e deformata massa di non ancora o non più morti, a definire un’umanità sempre più morta nel pensiero.
Il parallelismo nasce spontaneo, ancora una volta i non morti siamo noi, quando preferiamo seguire l’onda che ci spersonalizza, nutrendoci di slogan preconfezionati e xenofobia. Saziati dal pensiero altrui, nell’automatica risposta alla ricerca di un capro espiatorio che è facile trovare in quello che è “più ultimo” di noi. Zerocalcare ne ha realizzato la locandina, artisti quali il Piotta, Il Muro del Canto e i Train To Roots hanno collaborato alla colonna sonora del film. Paradossalmente è in mostri terrifici, nelle loro sembianze che prende forma la mostruosità ma dell’animo umano. L’umanità, che è per sua natura debole e spaventata, che possa riuscire a specchiarsi nelle proprie brutture e a riconoscersi nelle proprie differenze, a ritrovarsi libera attraverso il pensiero. Almeno nel pensiero, contro il pensiero dominante, contro il non pensare dominante, che domina il nostro oggi.
Di seguito il trailer del film: