I 4 libri più famosi scritti per una scommessa

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Il mestiere dello scrittore è uno dei più affascinanti e mal rappresentati della storia. Spesso ammantato da un superficiale alone di mistero, storicamente ha rappresentato la scelta professionale di persone di grandissimo talento, costrette a scelte estreme per poter esprimere il proprio potenziale.

Il grande Steinbeck sul punto ebbe modo di scrivere “il lavoro dello scrittore fa sembrare stabile quello dell’allibratore”. In un certo senso, ogni libro è una scommessa, con sé stessi e con il mercato. Un salto di fede e speranza, spiccato con la volontà di creare una connessione con il lettore.

Ma lungo i tortuosi sentieri della storia, non sono mancati i casi di libri scritti effettivamente per una scommessa. Così come quando fra amici ci si sfida a indovinare il risultato di una partita, piazzando insieme una giocata su siti come Starcasino, con slot vlt online e quote delle partite più importanti, anche gli scrittori possono dare vita a un romanzo per una sfida con sé stessi o con gli altri.

Scopriamo insieme i 4 titoli letterari più importanti nati per via di una scommessa.

Frankenstein di Mary Shelley

Durante una serata estiva del 1816, in una delle splendide stanze della Villa Diodati, spettacolare abitazione affacciata sul lago di Ginevra, si erano riuniti Lord Byron, Mary e Percy B. Shelley e John Polidori, fra gli altri. Fu proprio Lord Byron a fare una proposta ai propri compagni per ravvivare la serata: scrivere un racconto spaventoso in modo totalmente improvvisato. La serata tempestosa ispirò proprio Frankenstein, una delle opere più note al mondo.

Il giocatore di Fedor Dostoevskij

Il prolifico scrittore russo aveva una passione per il gioco, questo lo sanno in molti, ma Dostoevskij scrisse questo romanzo proprio per via di una scommessa: se non avesse terminato l’opera entro pochi mesi, avrebbe dovuto concedere tutti i diritti alla pubblicazione e le royalties relative alle altre sue opere (considerando la prolificità, una cosa non da poco).

Fortunatamente Fedor completò l’opera in tempo e riuscì a offrirci uno sguardo intimo su questo affascinante fenomeno.

Mangiatori di morte di Michael Crichton

Questo romanzo del 1976 racconta le vicissitudini di un arabo del X secolo che decide di visitare un villaggio vichingo. Crichton non avrebbe mai scritto quest’opera se un suo amico non l’avesse sfidato a scrivere “una versione appassionante” di Beowulf. Lungo le pagine colme di mostri e divinatori è facile capire chi abbia avuto la meglio in questa particolare scommessa.

Lo scheletro impossibile di James P. Hogan

Le discussioni fra amici e colleghi di lavoro sfociano sempre in un vicolo cieco dialettico. Posti davanti a un’opinione critica o difficilmente sostenibile, alcuni sfidano l’interlocutore a non criticare ma a provare a migliorare l’oggetto della disputa. Così, dopo che James Hogan ebbe sviscerato per filo e per segno tutte le sue rimostranze verso il film di culto “2001: Odissea nello Spazio” di Kubrick, un collega (probabilmente stanco) lo sfidò. “Se sei così convinto di quel che dici, prova a fare di meglio”.

E fu così che James Hogan lasciò il suo lavoro nel reparto vendita di un’azienda informatica per diventare scrittore di libri di fantascienza grazie al suo “Lo scheletro impossibile”, nato proprio a causa di una scommessa.

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