Intervista a Emanuele Colandrea. Il suo nuovo singolo “Il mio amico parla male”: “questa canzone per me rappresenta anche un promemoria, un modo per non dimenticare di continuare ogni giorno a mettermi in discussione.”
- “Il mio amico parla male” è il tuo ultimo singolo in collaborazione con Lucio Leoni. Un brano in cui il testo ha una profonda valenza di significato. L’ho trovata una canzone assolutamente attuale, che tratta problematiche di cui la società è colma. Come si sviluppa il brano?
Volevo ripetermi come un mantra, in questo caso cantando, cosa non mi piacerebbe mai diventare.
- Nel singolo vi sono gli “inserti” di Lucio Leoni. Come nasce la vostra collaborazione?
Lucio oltre ad essere un amico è uno tra gli artisti che più apprezzo. Ti dico molto semplicemente che nasce dall’amicizia e dalla stima, il modo migliore e forse anche l’unico che conosco per dare il via a collaborazioni.
- “Per essere quello che vogliamo essere bisogna prima evitare di diventare tutto quello che non vogliamo diventare”. Sembra una frase e quindi un pensiero, a tratti, semplice e scontato ma purtroppo veritiero e troppo spesso sottovalutato. Tu credi di avere compiuto del tutto questa scelta oppure ti restano ancora degli elementi da comprendere nella tua completa definizione di essere umano?
Hai detto bene, sottovalutato. Questa canzone per me rappresenta anche un promemoria, un modo per non dimenticare di continuare ogni giorno a mettermi in discussione. Diciamo che ho compiuto la scelta di provare a scegliere ogni volta.
- L’elenco che fai nel brano, di ciò che non vuoi essere, è ampio, tratta dagli aspetti più semplici a quelli più complessi delle scelte e del carattere di un uomo. Accetteresti mai di essere amico di una persona che ha una o più di quelle caratteristiche che non vorresti avere?
Ci tramandiamo da sempre usi e costumi che spesso, però, sono solo zavorre, cattive abitudini, giustificazioni per i nostri “lo fanno tutti lo faccio anch’io”. Troppo spesso chiamiamo verità le nostre opinione costruite chissà come, magari con l’università della strada o con i meme della zia. Forse non riuscirei a essere amico di qualcuno che non si pone mai il problema, qualcuno che si siede sempre dalla parte della ragione. Forse, tra le persone elencate, riuscirei solo a sopportare chi mangia i chicchi di pannocchia sopra la pizza, uno lo conosco pure!
- Tra le cose che nel brano non vuoi essere c’è di non diventare “uno che a forza di aspettare invecchia in una sera”. In questo momento di stasi in cui sembra tutto immobile come è possibile non abbandonarsi alla quiete e alla disperazione?
E infatti è difficilissimo, io per esempio sono disperato! (risate)
- “Il mio amico parla male” è il primo capitolo dell’ep “I miei amici immaginari”: tre tracce che dovevano essere consegnate al pubblico in tre momenti diversi fino alla fine di aprile. Il progetto è stato rimandato o gli altri 2 brani verranno resi disponibili?
Verranno resi disponibili prestissimo, è tutta colpa della quiete di cui sopra, ho avuto troppo tempo e ho finito per rimetterci le mani.
- Cosa ti auguri per il tuo futuro?
Spero vada di moda un giorno assecondare i propri talenti (non solo artistici) e investire nell’istruzione.
- Un sogno impossibile?
Diventare mancino.
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