Intervista a Leonardo Vicari, concorrente di “Bake Off Italia”: “per me la pasticceria è stata e continua ad essere il punto di svolta che ho dato alla mia vita”
Leonardo Vicari è stato uno dei protagonisti dell’amatissimo Show Cooking “Bake Off Italia” di questa stagione.
La presentazione di questo giovane ragazzo, ha infatti solo 19 anni, è stata forse la più difficile da fare per me, perché leggendo le sue parole il tutto si racchiude in una sola parola: purezza. Il ragazzo modello, con la testa sulle spalle, pieno di valori, molto educato e garbato verso il prossimo, si è raccontato a 360 gradi senza filtri, con la semplicità e la bontà d’animo che lo contraddistinguono.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
- Ciao Leonardo. Sei giovanissimo ma già molto talentuoso: oltre la cucina, infatti, la tua prima passione è stata la musica. Come ti sei avvicinato a questo settore?
Beh, diciamo che non so dare una spiegazione del perché e del come mi sono avvicinato al mondo della musica. Lo facevo sin da piccolissimo. Ricordo ancora quando usavo un semplice bicchiere di plastica come un microfono fino a quando, un giorno, una maestra delle elementari, a seguito di una recita scolastica, chiamò i miei genitori facendogli presente il mio potenziale. Da lì i miei decisero di approfondire portandomi in una scuola di canto.
Quello dagli 8 agli 11 anni è stato il periodo in cui ero pienamente immerso in questa passione, un momento in cui credevo di stare inseguendo la strada della mia vita e che mi ha anche dato tante soddisfazioni. Nel lontano 2014 ho partecipato a un programma canoro condotto da Antonella Clerici “Ti lascio una canzone”, un’esperienza bellissima che in quel periodo ha significato realizzare il sogno della mia vita. Subito dopo questa esperienza, tuttavia, sono anche iniziate tante delusioni perché d’altronde, come tutte le cose belle, c’è sempre un “ma”. In questo caso è stato il bullismo che ho vissuto nel periodo delle medie solamente perché il cantare era visto come un’attività da sole ragazze. Dopo tanti episodi brutti, quindi, ho deciso, con il peso della delusione che mi sentivo di aver dato alla mia famiglia, di abbandonare questa strada.
- C’è un artista in particolare che ha segnato il tuo percorso canoro?
Da piccolo seguivo molto l’onda degli artisti di una volta. Le canzoni di Lucio Battisti, Adriano Celentano, Massimo Ranieri e Gigi D’Alessio facevano parte del mio repertorio. Ricordo che ai casting di “Ti lascio una canzone” mi presentai con un brano di Gigi D’Alessio “Non mollare mai” e penso sia stata questa la canzone che allora mi ha aperto la porta verso un mondo del tutto nuovo per me.
- La musica, tuttavia, come hai già detto, ti ha anche portato ad affrontare un momento non facile: sei stato discriminato perché considerata una passione da femmine. Quanto è stato difficile affrontare questo ostacolo e come ne sei uscito?
Sì, diciamo che allora ero un bambino estremamente timido, quindi l’interazione con i miei coetanei in alcuni momenti risultava difficile. Quando già si sono creati i “gruppetti” e in una situazione in cui ti ritrovi metà della classe contro è la cosa peggiore che possa capitare a un bambino di quell’età. Questi sono stati episodi che mi hanno accompagnato per molti anni e penso che la mia famiglia sia stata fondamentale per aiutarmi ad uscirne fuori e darmi quella forza per alzarmi, superare l’ostacolo e andare avanti più forte di prima.
- A pari passo con la musica c’è sempre stata la cucina, in particolare la pasticceria. Chi ti ha trasmesso questa passione?
Se penso a una possibile eredità che qualcuno abbia potuto trasmettermi non mi viene nessuno in mente; se penso, invece, a chi possa aver potuto trasmettermi il grande valore dell’amore per ciò che si fa credo sia stata mia nonna. Lei amava cucinare, soprattutto i piatti della tradizione siciliana erano il suo forte! La mia passione per la pasticceria è nata da lì, quando iniziando a preparare le torte per la domenica mi sono reso conto di avere un “potenziale anonimo” seppellito da qualche parte che mi faceva stare bene e che doveva essere tirato fuori!
- Quando hai capito che la pasticceria poteva diventare qualcosa di più concreto?
Io credo che tutti siamo destinati a dedicarci a qualcosa. Per me la pasticceria è stata e continua ad essere il punto di svolta che ho dato alla mia vita. È stata “la luce in fondo al tunnel” durante un periodo buio della mia esistenza. La certezza di stare facendo la cosa giusta è arrivata nel momento in cui, pur non avendo l’approvazione della mia famiglia in quel periodo, mi sono iscritto alla scuola alberghiera. La mia fortuna penso sia stata quella di imparare a non perdere mai di vista i sogni e gli obiettivi, ricordando sempre chi sono e quanto valgo e tralasciando quello che dicono gli altri!
- Ricordi il primo “vero” dolce che hai fatto?
Non ti nascondo che il mio primo approccio con la pasticceria non è stato dei migliori! Inizialmente, non so perché, mi ero fissato di essere in grado di riuscire a fare le torte che vedevo sui social, quelle che ci vogliono 3 giorni per prepararle. Ero convinto di riuscire a farle in un solo giorno (CONVINTISSIMO IO) non conoscendo, ovviamente, ancora tutte le accortezze indispensabili per preparare un dolce del genere! Quindi studiando e documentandomi su tutto ciò che riguardava la pasticceria moderna, perché era quella che volevo imparare a fare, ho iniziato a preparare le prime tortine. Il primo vero dolce in cui mi sono sentito veramente orgoglioso di me stesso è stato il tiramisù moderno.
- Come si arriva alla preparazione di un dolce più strutturato e complesso?
Beh, sicuramente non facendo lo sbaglio che ho fatto io, ovvero di iniziare subito a cimentarsi in preparazioni complesse senza avere conoscenze in merito. Quello per una torta moderna è sicuramente un lavoro minuzioso e preciso, a partire dalla struttura del dolce fino ad arrivare alla decorazione finale. Il mio consiglio è quello di partire dalle basi; ad esempio come realizzare gli inserti, le mousse bavaresi e quant’altro, sono importanti anche le varie temperature durante la lavorazione. Sono tante le accortezze che bisogna conoscere, poi in merito alla pasticceria moderna c’è dietro un mondo fantastico. Quando c’è la passione la tecnica arriva prima o poi, quindi bisogna saper pazientare e tentare, se i risultati non arrivano subito arriveranno dopo.
- Parliamo della tua esperienza a “Bake Off”. Sei contento del tuo percorso?
Assolutamente sì! Non rimpiango nulla del mio percorso e se tornassi indietro rifarei tutto nella stessa maniera, con l’unica differenza di sapere riuscire a controllare le emozioni in un modo diverso. Le emozioni spesso hanno compromesso il risultato finale della prova. Poi sono dell’opinione che non è il percorso che segna una persona ma la persona che si diventa dopo il percorso stesso. Sono grato a Bake Off per avermi permesso di conoscermi al 101% e di avermi fatto crescere sotto alcuni punti di vista.
- Quale è stata la prova più difficile e quella che, invece, porti nel cuore?
Sono state tante le prove che ci hanno messo in difficoltà, soprattutto andando avanti con le puntate in cui si facevano sempre più difficili. Personalmente trovo che la prova della torta a piani sia stata la più difficile anche perché, non avendone mai fatte, mi sono trovato davanti ad una sfida con me stesso e con le mie potenzialità. Parlando, invece, della prova che più mi è rimasta impressa nel cuore è stata quella in cui ho cucinato con mio padre. È stato un momento in cui non mi ero mai trovato con lui e mi ha permesso, forse per la prima volta come non mai, di sentirmi addosso la responsabilità e anche l’obiettivo di rendere orgoglioso di me una persona che fino a quel momento era stata un po’ titubante in merito alla strada che stavo intraprendendo.
Il momento in cui ho sentito la frase “sono orgoglioso di te” è stato uno dei più significativi e memorabili del mio percorso sotto al tendone!
- A proposito di “cuore”, sotto al tendone si instaurano spesso legami stretti, dovuti anche alla convivenza di molti mesi. Quali sono le persone che porti nel cuore e con cui l’amicizia è proseguita?
Esatto. Durante il periodo di registrazioni conviviamo tutti assieme in un residence vicino alla villa dove poi registriamo e vuoi o non vuoi si creano sempre quei legami, come in ogni altra circostanza in cui si sta assieme per parecchi mesi. È brutto poi parlare di “gruppi” ma effettivamente è stato un po’ così; forse per i target di età e i caratteri diversi mi sono trovato a non approfondire la conoscenza con altri concorrenti. Le persone con cui ho condiviso l’intera permanenza sotto al tendone e, quindi, pranzi, cene e giocate a carte sono stati Alessio, Ginevra, Chiara, Mukesh, Margherita e anche altri concorrenti che, a causa dell’eliminazione, sono stati costretti a tornare a casa. Ad oggi posso dirti che l’amicizia sta proseguendo con loro e anche con alcuni concorrenti con i quali non ho avuto l’opportunità di approfondire bene sotto il tendone.
- Cosa ti ha insegnato, sia professionalmente che umanamente, questa esperienza?
Come dicevo prima, questa è un’esperienza che ti segna e ti fa crescere ma non, tuttavia, sotto un punto di vista pratico o professionale. Certamente sono migliorato nella velocità ma alla fine ciò che fai durante le prove è un mix di tutto quello che già sai fare e spetta a te solo sapere combaciare le conoscenze per mostrarlo ai giudici. La vera crescita, che si ha all’interno di Bake Off, è quella umana e personale. Inizi a vedere le cose sotto un altro punto di vista e io ho cominciato a conoscermi meglio: le mie fragilità, le debolezze così come i punti di forza e la sicurezza di ciò che voglio fare del mio futuro.
- Vorresti che questa passione per la pasticceria, si trasformasse in una vera e propria professione?
Ho studiato per questo e sto continuando a farlo giorno dopo giorno perché la pasticceria per me è proprio una sicurezza. Me la sento addosso e, con i giusti presupposti, spero e mi auguro di poter trasformare questa passione in un luogo tutto mio dandogli un nome!
- C’è, secondo te, un legame tra musica e cucina?
Come ogni forma d’arte, ci possono essere dei punti in comune certo. La pasticceria e la musica sono due campi molto diversi. Personalmente se dovessi trovare un punto in comune è sicuramente che sia la musica che la cucina sono come un gesto d’amore che si dedica a una persona speciale.
- Per concludere giochiamo un po’! Quale è la canzone e quale è il dolce che ti rappresentano?
Sulle canzoni non so dare una risposta dato che sento un po’ di tutto! In genere ascolto tanto i Pinguini Tattici Nucleari, le loro canzoni sono spaziali. Per quando riguarda il dolce non posso fare altro che citare il tiramisù. Se si potesse dare un sapore ai ricordi la mia infanzia avrebbe il sapore del tiramisù poiché è il dolce che si prepara da quando ero bambino fino ad oggi. Ogni Natale, ogni scampagnata, ogni compleanno, non può definirsi tale se non c’è il tiramisù. Per me non sarà mai un semplice dolce ma un momento felice, un ricordo indelebile degli attimi più semplici e speciali della mia vita.
- Siamo sotto il periodo natalizio: sei team pandoro o panettone?
Team pandoro da sempre, anche se ultimamente sto iniziando ad apprezzare anche il panettone!
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