Intervista a Sara Bosi, tra le protagoniste del film “Diamanti” di Ferzan Özpetek

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Sara Bosi - Fotografia: Alessandro Cantarini

Sara Bosi - Fotografia: Alessandro Cantarini

Diamanti” è il nuovo film di Ferzan Özpetek, al cinema dal 19 dicembre. L’opera, la quindicesima del regista, ci regala un cast corale di ben 18 attrici italiane: tra queste scopriamo Sara Bosi, nel ruolo della giovane e inesperta Giuseppina. 

Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile.

  • Buonasera Sara. In “Diamanti”, il nuovo film di Ferzan Özpetek, ora nelle sale cinematografiche, sei Giuseppina. Ci racconti la tua esperienza sul set? Come è stato ritrovarsi con attrici e attori così talentuosi?

Essere sul set è stata un’esperienza sorprendente: il set di Ferzan ha preso vita portandoci in una dimensione magica con un’atmosfera unica. In questo contesto lavorare con colleghi e colleghe così talentuosi è stato un dono e anche una responsabilità: il livello era altissimo e per me la possibilità di apprendere e di “rubare” da ognuna di loro è stata irripetibile.

Sara Bosi - Fotografia: Alessandro Cantarini
Sara Bosi – Fotografia: Alessandro Cantarini
  • Giuseppina è una ventata di aria fresca. Inizialmente appare ingenua e inesperta, anche con gli uomini, per poi evolvere e acquisire più consapevolezza di sé stessa. Come ti sei preparata al ruolo? Quanto di Giuseppina c’è in te?

Ferzan in questo è stato una guida fondamentale, riesce sempre a far sì che un ruolo si avvicini a te, a chi sei, a come parli; per cui di Giuseppina in me c’è molto, ma pure viceversa… c’è della Sara in questa Giuseppina!

  • Nel film emerge il concetto di sorellanza, di solidarietà tra le donne. Oggi che di femminismo e di contrasto alla violenza (argomento di cui si tratta anche nel film) se ne parla tanto, quanto il cinema può incidere per cambiare lo “stato delle cose”?

Moltissimo, la rappresentazione artistica (in tutte le sue forme) ha un potere quasi sacro in questo senso… quello di poterci cambiare. Per cui, raccontare la storia di un gruppo così ampio e variegato di donne, dar respiro alle loro storie è già di per sé un piccolo grande atto rivoluzionario.

  • Su un set non solo si stringono rapporti professionali ma spesso anche personali. La stessa Mara Venier in conferenza stampa ha parlato della vicinanza che ha sentito durante le riprese. Al termine di questo lungo lavoro dal punto di vista personale e professionale cosa ti porti con te?

Mi porto nel cuore le mie colleghe e tutti i rapporti stretti con le “maestranze” che si muovono “dietro le quinte”, che anche un po’ quello che il film vuole celebrare, parlando di una sartoria. Tutti i reparti del set erano gremiti di persone meravigliose e di artisti eccezionali. Le mie colleghe sono donne vere, attrici eccezionali e spero di aver rubato da loro anche solo un grammo di quello che sanno fare… loro sicuramente a me hanno rubato il cuore!

  • Questa non è stata la prima volta che hai lavorato con Ferzan Özpetek. Sei, infatti, anche nel cast dell’adattamento teatrale di uno dei suoi successi cinematografici, ovvero “Magnifica presenza”. Come si lavora su un suo set? Ci sono aspetti a cui è necessario prestare maggiore attenzione?

Rispetto ai lavori che ho fatto con Ferzan, dal mio punto di vista, è importante mantenersi aderenti al reale, al verosimile… ciò non significa strettamente recitare in maniera naturalistica, ma essere credibili all’interno delle realtà che riesce a creare. Stimo il suo modo di lavorare perché non si affeziona alle sue idee, riesce invece a cambiare e ad evolvere rispetto a quello che un attore o una scena gli suggerisce.

Sara Bosi - Fotografia: Alessandro Cantarini
Sara Bosi – Fotografia: Alessandro Cantarini
  • Una laurea in Biotecnologie agrarie e vegetali e a seguire un master in Diritto del Lavoro: come ti sei avvicinata alla recitazione e quando hai compreso che sarebbe stato il tuo futuro?

Ecco qui devo rilevare una piccola “fake news” che mi accompagna da un po’… appena uscita dal liceo io ho fatto l’Accademia di Recitazione l’Oltrarno, diretta da Pierfrancesco Favino e quando l’ho conclusa, tre anni dopo, mi sono iscritta a Lettere Moderne, non a Biotecnologie! Sono felice di far chiarezza sul mio percorso accademico perché non vorrei in futuro mi facessero domande su agraria, di cui non so niente! Il master in Diritto del Lavoro l’ho preso successivamente, ma durante i miei studi la mia priorità è stata sempre la recitazione e sarei stata sempre pronta a mollare il resto. Nel mio cuore sapevo che sarebbe stato il mio futuro da quando ne ho ricordo.

  • Ferzan Özpetek dedica “Diamanti” alle attrici Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti con l’auspicio che in un altro tempo possa lavorare con loro. Tu con chi avresti voluto trovarti su un set?

Questa è difficile, ma credo che tra il mazzo sceglierei niente meno che Marcello Mastroianni.

  • Cosa ti auguri per il futuro?

Di lavorare quanto più possibile in progetti in cui credo.

Sara Bosi

https://www.instagram.com/sarinabosii/

ph Stefania Casellato
Fotografia Stefania Casellato
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Fotografia Stefania Casellato
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Fotografia Stefania Casellato
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Fotografia Stefania Casellato

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