Intervista ad Alma Rinaldelli, vincitrice della Biennale MarteLive nella sezione moda
Alma Rinaldelli è la vincitrice della Biennale MarteLive nella sezione moda. Il progetto con la quale ha vinto è “The Land of All”.
- Buonasera Alma. Complimenti per la vittoria nella sezione moda della Biennale MarteLive. Ti aspettavi un simile risultato, anche guardando le creazioni dei concorrenti?
Buonasera.
Intanto grazie mille! No, ad essere sincera è stato del tutto inaspettato.
Mi sono iscritta al concorso all’ultimo minuto dopo un po’ di indecisione, più che altro per l’alto livello dei concorrenti.
Alla fine mi sono buttata e direi che è andata bene!
Non mi aspettavo di vincere perché rispetto agli altri finalisti, che si presentavano con attività già avviate o con brand loro, io mi presentavo da neo laureata e con la collezione che ho presentato come tesi di laurea.
Ma sono contenta di questa vittoria perché speravo più che altro che passasse il messaggio dietro il mio lavoro!
- Il tuo progetto “The Land of All” con il quale hai vinto è davvero particolare e a tratti commovente per ciò che rappresenta. Puoi raccontarci come nasce e come si sviluppa nel tempo?
“The Land of All” nasce tramite l’input che la scuola ci ha dato per la realizzazione dei progetti di laurea.
Il tema era la nostra idea e visione del futuro.
Nel mio futuro ci ho visto, non un momento che arriva in maniera inesorabile ma un obiettivo da raggiungere.
L’idea è che l’Uomo un giorno possa riconoscersi in un’unica popolazione, il genere Umano.
In questo futuro ho pensato ad un abbigliamento che nasce da un mix di forme etniche, rivisitate e aggiornate con l’aggiunta di dettagli tecnici e sportivi e con particolare attenzione alla scelta dei tessuti.
Nel nuovo modo di vestire non possono essere tuttavia dimenticati i segni della tragedia dell’Uomo Migrante e quindi ho deciso di tradurre questo messaggio in elementi facilmente riconducibili quali salvagenti e teli termici.
- L’idea sociale è sicuramente ben visibile. Come artista credi di avere anche il compito di utilizzare l’arte per smuovere le coscienze?
Assolutamente sì.
Personalmente sono sempre stata impegnata nel sociale ed è un aspetto che per me è imprescindibile, anche nel lavoro non possono venir meno l’etica, gli ideali, i valori con i quali sono stata cresciuta e che porto avanti.
Credo che i giovani non possano prescindere dall’essere impegnati o in qualche modo coinvolti, soprattutto in un periodo storico come questo.
Tanti messaggi possono essere veicolati anche attraverso l’arte, la moda, la musica o il cinema…
- Ci racconti un po’ di te? Come ti avvicini alla moda?
Sì, non è stato un percorso chiaro e mirato, anzi.
Ho fatto lingue al liceo poi ho iniziato il DAMS all’Università, rendendomi conto dopo poco che non era la mia strada.
Avevo bisogno di fare qualcosa di pratico, di più manuale, ma non avevo mai pensato alla moda.
Allo stesso tempo però era qualcosa che in qualche modo mi aveva sempre accompagnato; ho fatto danza fin da piccolissima ed ho sempre amato i costumi degli spettacoli inoltre la nonna era sarta e questa passione per le sue ceste piene di tessuti e bottoni l’ho sempre avuta.
Da lì ho pensato che quello che per tanto tempo era stato solamente un passatempo potesse in realtà essere la strada giusta.
Ed è così che mi sono laureata, da poco, in una triennale in Fashion Design.
- Progetti futuri?
Mi sono appena iscritta ad un Corso di Specializzazione in Textile Design, vorrei approfondire le mie conoscenze relative al mondo del tessile e arricchire e completare questo percorso di studi.
Vorrei, in contemporanea, portare avanti anche l’aspetto lavorativo; magari trovando una posizione in azienda, per fare un po’ di gavetta ed esperienza!