Intervista ad Angelica Corradino, tiktoker e fashion stylist: “sono nata per fare questo lavoro”
Angelica Corradino, tiktoker e fashion stylist, ha capito sin da piccolissima che la moda sarebbe stata il suo lavoro.
Nata a Roma, dove ha passato l’infanzia nel negozio di moda mare e lingerie della mamma, ha intrapreso un percorso di studi che l’ha portata a realizzare il lavoro dei suoi sogni.
Ha deciso di condividere il suo talento sui social e in particolare un episodio, legato alla nota conduttrice Barbara D’Urso, l’ha resa virale su TikTok, raggiungendo numeri da capogiro.
- Ciao Angelica. Come ti sei appassiona al mondo della moda?
Mi sono appassionata al mondo della moda già da piccola in realtà poiché in un certo modo ci sono “nata dentro”. Mia mamma ha un negozio di moda mare e lingerie. Da quando ho 4 anni, passando le giornate lì, per me è diventato tutto “normale”. Non mi sono mai chiesta cosa mi piacesse fare ma l’ho sempre saputo.
- Quando hai capito che questa passione sarebbe stata il tuo lavoro?
L’ho capito non appena ho iniziato il mio percorso di studi. Non ho mai pensato di non farcela ma in realtà ho cominciato a studiare proprio per formarmi, come se io già sapessi che quella era la mia strada.
- Ci parli del tuo percorso di studi?
Dopo l’istituto di amministrazione, finanza e marketing, mi sono iscritta all’Accademia del lusso dove ho frequentato il corso di fashion STYLING. Ho avuto modo di approcciarmi al mondo del lavoro da stylist e di capire quello che veramente volevo perché la moda ha veramente una varietà di rami infinita. Dopodiché ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Scienze della moda e del costume alla Sapienza di Roma.
- È difficile e, soprattutto, come si arriva ad affermarsi in questo settore?
È difficile. Come in tutti i settori adesso, credo. Ci si afferma solo con tanta formazione, accettando più lavori possibili all’inizio così da fare esperienza e con la forza di volontà e il talento.
- Hai deciso di condividere e raccontare il tuo lavoro sui social: come è nato tutto questo?
Per gioco in realtà. Vedevo che tante ragazze si raccontavano e tante volte mi divertivano molto le loro esperienze, quindi mi sono detta: “ho talmente tante cose da raccontare, ho sempre fatto ridere molto i miei amici con le mie ‘avventure’, perché non raccontarle allora?”
- Ti sei distinta per la tua schiettezza e sincerità narrando anche di episodi inerenti a personaggi del mondo dello spettacolo. Ti va di raccontarci qualcosa in merito?
L’episodio più divertente è stata la mia esperienza di stylist con Barbara D’Urso perché ha veramente del surreale. Tanti dettagli li ho omessi per non creare problemi. Durante quello shooting mi era stato anche chiesto di andare a bussare a una delle case lì vicino, per la precisione di Anna Tatangelo, per chiederle una camicia (la famosa camicia del mio racconto ) ma mi sono rifiutata.
- Si parla di moda e di stile: tu hai un modello di ispirazione o preferisci seguire il tuo gusto personale?
Quando si parla di moda io non penso mai a qualcuno nello specifico. Mi vengono molti nomi in mente e soprattutto i tanti geni della moda. Quindi per rispondere alla tua domanda, mi ispiro a tutto ciò che mi circonda e lo abbino al mio gusto personale sempre presente.
- Qual è la caratteristica che ti contraddistingue in questo settore?
Non saprei, dovrebbero dirmelo gli altri!
- Il tuo lavoro, oltre che curare l’immagine, si basa molto sull’approccio psicologico della cliente, giusto?
Assolutamente sì! I clienti sono prima di tutto persone e di conseguenza vanno trattate con tutti i loro problemi, malumori, disagi e con le loro giornate storte. Vanno messe a proprio agio così da capire cosa si sposa meglio con loro e il lavoro da fare. Mai far indossare qualcosa che non rappresenta o non faccia star bene chi l’indossa, se possibile, perché il più delle volte la persona non darà il meglio di sè e ne consegue il risultato del lavoro.
- Si parla sempre più spesso di perfezione, anche abituati a dei prototipi di fisici perfetti. Si cerca in tutti i modi di abbattere questi stereotipi, ci stiamo riuscendo secondo te?
No. Penso che ci proviamo a far credere agli altri che stiamo combattendo per la rimozione degli stereotipi ma non credo proprio sia così.
- Un consiglio che ti senti di dare a tutti i giovani che vogliono intraprendere questo mestiere?
Il mio consiglio è quello di buttarsi e di lavorare tanto! Non abbattersi al primo “no” perché ce ne saranno tanti. Siamo noi stessi a crearci il futuro e quello che vorremmo da esso.
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