Intervista ai Lateral Blast: “torniamo sempre dove sono nati i nostri sogni”
Dopo una pausa di quattro anni, i Lateral Blast pubblicano un nuovo intenso singolo dedicato alla Terra, un omaggio all’uomo e al senso della vita, intitolato “L’altalena”.
Appoggiati alle nostre emozioni, oscilliamo tra razionalità e istinto, limiti fisici e immortalità dei sentimenti. L’esistenza è una danza, estrema e vitale, naturale e spirituale, tra i pianeti del nostro sistema solare interiore.
I Lateral Blast sono una rock band di Roma. Il loro “cantautorato prog” affonda le radici nella tradizione progressive rock, per incontrare toni più moderni e cantautorali, attraverso una ricerca sonora che mira all’avanguardia.
Tra il 2014 e il 2016 i Lateral Blast hanno pubblicato due dischi, “I am free” e “La luna nel pozzo”. “La luna nel pozzo”, in particolare, è stato recensito e segnalato in Italia, negli Stati Uniti, in Scandinavia, in Germania, in Olanda, in Inghilterra e in Giappone ed è entrato perfino nel catalogo del Garden Shed, un noto negozio di dischi di Tokyo.
- “L’altalena” è il vostro singolo di ritorno, dopo 4 anni di lontananza dalle scene musicali. Nell’altalena della vostra vita, cosa è avvenuto in questo periodo di pausa?
Non ci siamo mai davvero fermati. Sicuramente in questi quattro anni sono state tantissime le novità per ognuno di noi e numerose le occasioni di crescita. Il terzo disco dei Lateral Blast è sempre stato in cantiere ed anzi, proprio grazie a questo tempo, siamo riusciti a creare un concept album che rappresenti davvero la luna per noi. Quella luna che, nel secondo disco, vedevamo da lontano. In questi quattro anni ci siamo dedicati anche ad altri progetti artistici, musicali e non, sempre uniti. Questa è la nostra vera forza, anche nelle situazioni più complesse, non siamo mai stati capaci di allontanarci. Abbiamo creato progetti solisti e lavorato attivamente al loro sviluppo. La cosa più magica per noi è che, nonostante tutti i progetti paralleli a cui ci dedichiamo, ad un certo punto torniamo sempre dove sono nati i nostri sogni: i Lateral Blast.
- “È come un’orchestra che suona armoniosa, segue il suo ritmo, che sia quello di un sogno o di un incubo”: questo una parte del testo de “L’altalena”. In questo momento, noi tutti, siamo in un sogno o in incubo?
Certamente la nostra vita, adesso, è un’orchestra che segue il ritmo di un incubo. Tuttavia la canzone continua con “verrai sedotto e costretto a danzare”. Quello che speriamo è che tutti assieme, anziché fermarci, impareremo a danzare su questo ritmo. Mettendoci alla prova e affrontando il risultato, inevitabile, dei nostri errori. Perché lo sbaglio più grande è sentirsi privo di ogni colpa. È proprio questo, anche, il significato de L’altalena. Oscilliamo tra sbagli e cose fatte per bene. Ognuno di noi è responsabile, in piccolo, di quello che succede al nostro mondo, nel bene e nel male. Ed ognuno di noi, nel suo piccolo, deve fare di tutto per tornare a sorridere e far sorridere!
- Come artisti riuscite a trovare il senso in questi giorni?
Certo! C’è una valida spiegazione a tutto questo. Sicuramente il primo passo verso la serenità è accettare quello che è successo. Il secondo passo è non sprecare questo tempo. L’arte ci sta aiutando tantissimo, ci dà un motivo per rimanere uniti, per lavorare a distanza o progettare lavori futuri. Ci consola la sera, quando siamo più soli. Per noi artisti sicuramente non sarà facile superare questo momento. Tuttavia, nonostante per molti ora la vita somigli ad un mostro da sconfiggere, ci sono state anche tante belle cose alle quali siamo tornati, che avevamo dimenticato. Persino negli scenari più scuri c’è sempre qualcosa che luccica. Tutto quello che possiamo fare per non perderci è stringerla forte e non lasciarla mai.
- Decidere dopo 4 anni di ritornare con un brano, in questo periodo, è sicuramente stata una scelta coraggiosa, ma anche giusta?
Crediamo invece che sia proprio il momento giusto. Lo era prima di tutto questo e lo è adesso. La musica non si ferma mai ed è una delle poche cose capace di donarci emozioni e mantenerci vivi. Trasmetterci forza e solidarietà. Donare nel nostro piccolo un pensiero sulla vita, condito da tanta allegria ed ironia in un periodo come questo, ci ha reso molto felici. È sicuramente stato il modo migliore per entrare nelle case delle persone, azzerando le distanze imposte dalla quarantena. Ed è stato anche il modo migliore per ricordare, in futuro, L’altalena con grande emozione.
- Il video è originale e divertente. È un po’ come la vita, divertente ed ironica anche nei suoi momenti peggiori?
Si, volevamo far trapelare il caos che c’è nelle nostre menti e vite. Come sia facile cadere in tranelli, fare errori. Farne tanti. Come, prendere una decisione che vada contro la nostra morale di vita, non significhi necessariamente sbagliare, ma crescere. “La morale, cos’è la morale?”. Di certo non sarà corretta e universale quella che si ha tra i 20 e i 30 anni, giusto? E forse neanche a 60. In questo video ci siamo divertiti profondamente, era la canzone che prendeva vita esattamente come l’avevamo immaginata. Le difficoltà, le ansie, i ragionamenti contenuti nel testo, danzavano accanto alla leggerezza, al divertimento, alla felicità, alla pazzia.
- Siete al lavoro su un nuovo concept album dedicato ai pianeti del sistema solare. Ci potete anticipare quale sound si ascolterà?
Il sound del nuovo disco sarà sempre eclettico. Non mancheranno certamente le radici prog, blues e folk, ma stiamo lavorando anche verso una direzione più elettronica e minimal. Nei primi due singoli, 1666 e L’altalena, sicuramente si percepisce la forte influenza cantautorale delle varie penne del gruppo, segnando però anche un ritorno ad un sound più crudo e sincero, dal forte impatto live. Gli altri brani in fase di produzione oscillano fra ballad prog rock oniriche ed ipnotici groove psichedelici, tra violente chitarre elettriche e synth analogici rigorosamente suonati in presa diretta. Un’evoluzione verso una maggiore consapevolezza del proprio “non genere” ma anche un marcato ritorno alla sincera spontaneità degli inizi.
- Avete un grande sogno nel cassetto, uno di quelli quasi o del tutto “impossibili”?
Il sogno più grande per un musicista è sicuramente quello di arrivare a comunicare con il maggior numero di persone. Siamo sempre stati molto realisti, che non significa ovviamente essere privi di sogni. Per questo motivo, essendo tutti più o meno trentenni, non rincorriamo affatto sogni impossibili, anzi. Il nostro più grande sogno è continuare ad essere sinceri, semplici. Farci sempre nuovi amici ovunque porteremo la nostra musica. Divertendoci e facendo divertire. Lasciando una parte di noi a chi ci ascolta e viceversa, portando con noi per sempre una parte di loro. Non si vive con sogni impossibili da realizzare, ma pensiamo fermamente che oggi basti essere un “semplice” sognatore per continuare a credere con forza in un progetto musicale. Non suonare per arrivare ad un sogno.
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