Intervista ai My Escort: non solo futuro ma anche memoria del passato
I My Escort sono una band vicentina, uscita da poco con il singolo “Parentesi estive” che accompagna la prima parte dell’omonimo progetto.
“Parentesi estive” non è solo un album ma anche un cortometraggio che approfondirà, tramite le immagini e le visioni del regista, ulteriori aspetti del messaggio che il gruppo vuole esprimere.
Il disco inoltre verrà realizzato non solo nel consueto formato digitale (attraverso le varie piattaforme online) ma anche in vinile, grazie ad un 45 giri in tiratura limitata.
- Ciao ragazzi. Di cosa parla “Parentesi estive”?
Alessio: “Parentesi estive” racconta di come un quarantenne è in grado di infilare il seme della dissoluzione nella nascita di ogni nuovo impero. Di come l’arrivo di una cosa molto bella porti con sé l’ombra del suo andarsene. Parla però anche di accettazione, della consapevolezza che tutto ciò che è legato alle umane cose nel bene o nel male è destinato a concludersi e non per questo non valga la pena d’essere vissuto. Il motivo risiede in una riflessione a cui sono giunto in quest’ultimo periodo: ogni qualvolta noi si inizi un progetto o un viaggio, lo si fa con un obiettivo, una meta, ma lavorando al progetto, lungo il viaggio che ne scaturisce, incontriamo tutta una serie di cose non previste, persone, momenti importanti, emozionanti.
Capita a volte che non si raggiunga nemmeno l’obiettivo prefissato ed è proprio lì che mi accorgo che la meta è solo uno degli elementi del viaggio e che probabilmente l’obiettivo del nostro viaggio è il viaggiare in sé. A quel punto, il valore che noi diamo ad un obiettivo piuttosto che ad un altro viene a perdere di senso, rendendo qualsiasi viaggio, qualsiasi percorso, meritevole di essere intrapreso, in quanto recipiente potenziale di opportunità non prevedibili.
Da qui il senso generale del progetto di cui la canzone parentesi estive è solo il primo tassello: parla di un viaggio che vale la pena intraprendere, nonostante tutto, che si veste con le immagini di una relazione amorosa aperta all’inizio dell’estate per arrivare da qualche parte al volgere dell’autunno e poi, chissà…
- Mi ha incuriosito il fatto che siano previsti anche dei cortometraggi. Mi spiegate meglio il progetto?
In realtà vi sarà soltanto 1 cortometraggio (se i soldi lo permettessero, probabilmente la mia seconda attività sarebbe quella di scrivere sceneggiature per il cinema!) che sarà diviso in 2 parti + 1.
Dato che la storia che volevamo portare in scena era piuttosto articolata, avevamo necessità di inserire più elementi per poterla raccontare in modo soddisfacente, da qui la scelta di “serializzarla” in 3 episodi distinti, accompagnati ognuno dalla propria canzone, dalla propria “colonna sonora”.
- I brani saranno pubblicati anche in vinile. Come mai questa decisione?
La nostra idea di musica non prescinde mai da una quota estetica. Si è deciso assieme al regista di collocare i toni del girato in una tavolozza che riportasse alla memoria gli anni ’80 e in quel periodo il vinile era ancora il supporto che andava per la maggiore.
Abbiamo perciò convenuto che fosse romantico e bello rievocare le sensazioni di quegli anni anche grazie all’uso del PVC.
- Curiosità: il nome My Escort perché?
I motivi attorno al nome della band sono molteplici, ma abbiamo da tempo volutamente smesso di parlarne.
È sicuramente un nome che suscita curiosità e onestamente mi diverte pensare che ogni ascoltatore possa potenzialmente pensare di noi ciò che preferisce, fossero anche le peggio cose.
Raccontarsi è una cosa che mi piace e che faccio da quando ho deciso di scrivere, ma raccontare troppo, toglie spazio all’immaginazione.
La pappa pronta è un prodotto che accorcia la vita di qualsiasi opera con delle velleità artistiche minando inoltre la possibilità di affezionarsi alle cose, rischiando a volte di farle sentire aliene.
I silenzi e gli interrogativi danno invece al potenziale ascoltatore ampi margini interpretativi che di riflesso può adattare un’idea al proprio vissuto.
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