Intervista alla “Maestra” Alessandra Celentano: per la danza “tanto impegno, disciplina, passione e curiosità”
È uscito “Chiamatemi maestra”, il libro scritto da Alessandra Celentano, pubblicato da Mondadori. Un viaggio emozionante nel mondo della danza, raccontato con sincerità e passione.
Nelle pagine Alessandra Celentano condivide non solo la solo la sua carriera artistica ma anche spezzoni della sua quotidianità legati all’infanzia e alla famiglia. Un libro che affascina non solo gli amanti della danza ma chiunque sia alla ricerca di motivazione per affrontare i propri obiettivi nella vita.
- Ci troviamo alla presentazione del suo libro che si intitola “Chiamatemi maestra”: quindi la chiamo maestra!
Grazie mille. Devo dire che in genere è rivolto agli allievi ma, ormai, anche per strada quando mi fermano mi chiamano maestra e questo mi piace molto!
- Come è nata l’idea di cimentarsi nella scrittura e di scrivere questo libro?
È nata un po’ per caso ma, soprattutto, perchè quando si parla in televisione e con i ragazzi si ascolta sì, ma poi magari si dimentica, non si dà abbastanza peso; mettendo tutto per iscritto, al contrario, credo che le cose rimangano di più. Vuole essere un aiuto ai ragazzi e ai genitori che si scontrano con le tante problematiche di questo mondo che, non essendo il loro, non conoscono ed hanno, di conseguenza, bisogno di un aiuto vero reale e concreto.
- Lei ad oggi è una coreografa e un’insegnante, è stata una ballerina affermata ma ancor prima una allieva. Con la consapevolezza di oggi, che consiglio darebbe ad Alessandra bambina che iniziava a muovere i primi passi di danza?
Io ho avuto tanti consigli e sto seguendo molto le orme dei miei maestri quindi, in realtà, quello che dico e faccio con i miei ragazzi l’ho ricevuto io. Sono le cose che io dico e professo da sempre: tanto impegno, tanta disciplina, tanta passione e tanta curiosità. L’ho anche scritto nel libro. Ricordo quando la mia insegnante mi chiese se fossi disposta a sacrificare tutto per la danza, io non ho dovuto pensarci nemmeno un secondo. Ci deve essere una predisposizione non solo fisica ma anche mentale per fare questo lavoro.
- A proposito di predisposizione fisica lei spesso viene criticata. La predisposizione fisica, tuttavia, non è necessariamente legata al peso ma anche alle linee e alla struttura di un ballerino. Nel suo libro lei racconta di un periodo difficile con il suo corpo legato ai disturbi alimentari. Che consiglio dà a chi si affaccia nel mondo della danza e cerca una perfezione fisica tanto da cadere in questi disturbi?
Io quando parlo con i ragazzi consiglio sempre di imparare a mangiare. Oggi su internet sono presenti molte diete improvvisate che non vanno assolutamente bene: bisogna avere un’educazione alimentare, in primis per la salute e dopo per la forma fisica che richiede un determinato mestiere, che non è solo quello del danzatore. Però no alle diete drastiche, soprattutto quando si è giovani perché i ragazzi consumano tantissimo.
- Noi concludiamo sempre con una domanda: se la sua vita fosse un film quale sarebbe?
”Due vite, una svolta”, un film meraviglioso che parla della danza con protagonista Mikhail Baryshnikov.
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