La disabilità non è un limite: intervista ad Anna Adamo
Anna Adamo è una giovanissima ragazza di 21 anni, frequentante la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, ma non solo: è anche una scrittrice e ho avuto il piacere di intervistarla circa il suo primo libro “La disabilità non è un limite”.
È possibile leggere nelle righe la sua storia e la sua forza; in effetti Anna è una donna impavida. Anche la decisione di frequentare la facoltà di Giurisprudenza è stata presa perché come afferma lei è “una scelta eseguita fin dalla più tenera età, dettata da una passione tanto forte che risulta impossibile da descrivere utilizzando le parole. Una scelta, dettata dal desiderio di ricevere giustizia, dal voler scoprire per quale motivo io sia condannata a vivere con una disabilità”.
Ecco l’intervista.
- Ciao Anna e grazie per questa intervista. Hai pubblicato il libro “La Disabilità non è un limite”. Puoi dire ai lettori di cosa tratta?
Grazie a tutta la redazione di Different Magazine per l’intervista. Il libro, il mio. O forse, sarebbe meglio dicessi che lo considero mio figlio. Ebbene si, considero questo libro una parte di me, la più intima, la più vera, quella di cui, fino a questo momento, non avevo mai parlato a nessuno. La scrittura è una delle mie più grandi passioni, scrivo da quando ho imparato a farlo. Della mia disabilità, però non avevo mai scritto fino a questo momento, perché me ne vergognavo, perché volevo nessuno conoscesse questa mia debolezza. Volevo che tutti mi vedessero come la ragazza forte di sempre. Un giorno capii quanto ciò fosse sbagliato, capii che avrei dovuto fare qualcosa affinché il tasso di ignoranza con il quale le persone guardano la disabilità diminuisse. Così, iniziai a scrivere con l’intento di far capire a tutti che la disabilità non costituisce un limite, ma i limiti sono solo negli occhi di chi ritiene che la disabilità lo sia. Da tutto questo, viene fuori il libro attraverso il quale ho deciso di raccontare me stessa, di mettermi a nudo e raccontare la mia storia. La storia di una bambina cresciuta troppo in fretta. Quella stessa bambina che oggi è una donna, la quale si è ritrovata davanti un futuro quasi irraggiungibile, una donna che ha tirato fuori la grinta ed ha ottenuto i suoi risultati da sola, senza l’aiuto di nessuno. Anche se, per farlo, è dovuta passare attraverso tante difficoltà le quali hanno fatto sì che ora protegga il suo cuore in una teca di ghiaccio. D’altronde, come disse Khalil Gibran: “Le anime più forti, sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più forti, sono cosparsi di cicatrici”. Tramite questo libro, spero di incoraggiare tutti ad andare oltre l’aspetto fisico. Spero tutti capiscano che i limiti esistano solo se si vogliono inserire nella propria vita. Volere è potere per tutti, anche per le persone disabili.
- È stato difficile mettersi a nudo e scrivere un libro così personale?
La Disabilità è un concetto del quale si parla poco e, la poca volte in cui lo si fa, avviene in maniera errata, favorendo la diffusione di informazioni che non rispecchiano minimamente la vita di una persona disabile. Da questo presupposto, nasce il bisogno di raccontare, di raccontarmi, affinché tutti sappiano che le cose vanno diversamente, rispetto a quanto vogliano far credere, ma anche e soprattutto, perché si sa che questa società ha paura del “diverso” e gli conferisce uno spazio paragonabile al nulla. Sulla base delle ragioni esposte, mi sento di dire che non sia stato per niente difficile, ma più facile di quanto credessi.
- È il tuo primo libro o ha già avuto modo di avvicinarti alla scrittura?
Questo è il mio primo libro, ma scrivo da quando ho imparato a farlo, da quando ho scoperto che non avrei mai potuto danzare e avrei dovuto trovare un’attività da poter svolgere, la quale mi piacesse allo stesso modo. Così mi dedicai alla scrittura e da quel giorno non ho più smesso di scrivere. Ho preso parte a numerosi concorsi letterari, ai quali mi sono spesso classificata prima.
- Per concludere ti chiederei di utilizzare una frase o degli aggettivi che ti definiscono.
Tante sarebbero le frasi o gli aggettivi che mi rappresentano, ma tra tutte, quella che preferisco è la seguente: “Non permettere a nessuno di dirti che non puoi fare qualcosa. Se hai un sogno, inseguilo e basta, perché tu, sei tutti i limiti che superi”.