La Favorita: tra le due litiganti “lunga vita alla Regina”, sempre!
Yorgos Lanthimos nel suo ultimo film ci racconta degli anni di declino del regno di Anna Stuart (Olivia Colman), regina di Gran Bretagna, mentre il suo paese vive in guerra contro la Francia e i tories e i whigs si affrontano a suon di inganni e arringhe.
Ci intrufoliamo nella stanza da letto della Regina, nei passaggi segreti della corte, ci tuffiamo nelle debolezze e perversioni del potere.
Mentre la corte si annoia e inganna il tempo con giochi stupidi ma variopinti, Anna, seppur malata e stanca, è l’ago della bilancia delle vite lì a corte oltre che della guerra e della pace in Gran Bretagna. La Regina è violentemente contesa da Lady Malborough – Sarah Churchill (Rachel Weizs) – e la cugina Abigail Masham (Emma Stone). La prima, amica d’infanzia di Anna, sposata con un comandante dell’esercito della Regina e in ottimi rapporti con il Primo Ministro in carica. La seconda nata nobile e poi caduta in disgrazia a causa della dipendenza del padre dal gioco d’azzardo.
Le due donne si contendono le attenzioni di Anna senza esclusioni di colpi. Inizialmente la Regina ha occhi solo per Sarah. E Sarah, certa del suo essere indispensabile e insostituibile, prende a cuore il destino di Abigail e inizia ad insegnarle “come si vive a corte”. Pian piano però, Abigail scopre abbastanza della corte e degli scheletri dei suoi abitanti per sfruttare a suo vantaggio questi segreti. S’intrufola prima sotto le lenzuola e poi nel cuore della Regina riuscendo ad allontanare Sarah dalla corte per un periodo di tempo breve ma sufficiente a farla sposare con un barone (Joe Alwyn), a far deporre il Primo ministro Whig in favore di Harley (Fabrizio de Flaviis), capo dell’opposizione e ad insinuare il dubbio dell’alto tradimento da parte di Sarah e di suo marito nella mente di Anna.
Mentre il comportamento di Sarah rimane fermo e coerente e velato da una elegante compostezza persino quando verrà esiliata, quello di Abigail peggiora a vista d’occhio. La fanciulla pallida, silenziosa, sottomessa e maltrattata da soldati e serve, si trasforma, di fronte agli ostacoli della vita e al bivio tra moralità e comodità sempre più in una donna dall’animo “corrotto”. Yorgos ci svela a poco a poco il volto malvagio e veramente perverso di Abigail. Al culmine della “trasformazione” – o del suo “svezzamento” che dir si voglia – la neo baronessa arriva al punto di schiacciare con un tacco della scarpa la spina dorsale di uno dei 17 conigli della Regina in presenza della Regina stessa, con assoluta noncuranza e apatia.
L’altalena tra euforia, dolore, gelosia, rabbia, passione e noia passa sui volti delle tre protagoniste con la velocità dei temporali estivi. Meritatissime le candidature ai Golden Globes, ai BAFTA e agli Oscar. Spettacolare, in particolar modo, l’interpretazione della Colman.
L’amore per noi donne è come un cubo di Rubik. Complesso e bellissimo come ognuna di noi. Sarah e Abigail rappresentano due delle facce di questo cubo: da un lato l’amore razionale, lucido e onesto a qualunque costo, anche a costo di ferire quotidianamente la persona che si ama; dall’altro l’amore semplice, senza pretese esplicite. Da un lato il dovere che porta a trascurare la persona amata, dall’altro l’egoismo che porta all’indifferenza verso questo dovere.
Al di sopra di entrambe le interpretazioni dell’amore svetta maestosa e imponente la donna contesa che ama appassionatamente ma non permette all’irrazionalità dei sentimenti di “varcare la soglia” dell’ autorevolezza e del potere che ha per diritto di nascita. La Regina, abbandonata sempre da tutti come ripete spesso, sceglie, alla fine, di fare a meno di entrambe le versioni dell’amore incompleto, a metà, che le “offrivano” le sue donne di fiducia, riaffermando con determinazione la sua identità e la sua indipendenza.