“La ragazza senza nome” di Elda Lanza: recensione del romanzo postumo della signora del giallo italiano
“La ragazza senza nome” di Elda Lanza
Collana
ROMANZI SALANI
Genere
Narrativa generale, Gialli e mystery, Thriller
Pagine
224
Formato
Brossura fresata con alette
https://www.salani.it/libri/la-ragazza-senza-nome-9788893817585
“La ragazza senza nome” di Elda Lanza è il romanzo postumo della scrittrice, edito da Salani Editore e in libreria da metà giugno.
L’opera, attraverso una scrittura naturale e mai artefatta, priva di “pesantezza”, narra una vicenda dai contorni sfumati in cui le uccisioni si susseguono senza un’apparente motivo ma tutte sono collegate da un incontro: quello con una giovane donna il cui cadavere è stato rinvenuto nella roggia di Sanpietro.
Beatrice Longoni, a seguito del ritrovamento del corpo della “ragazza senza nome”, si reca dall’avvocato Massimo Gilardi, visto in televisione nella trasmissione Porta a Porta. La donna vuole confessargli di conoscere la giovane che ha ospitato nella sua abitazione la sera della morte. La ragazza è stata rinvenuta, il mattino dopo, da un vecchio con due colpi di pistola sparatole postume.
Beatrice, a seguito dell’incontro con l’avvocato, deve recarsi insieme a Laura, socia di Gilardi, in commissariato per riferire la vicenda all’ispettore Roberto Scalzi, amico dei due, ma la morte la ferma prima.
Beatrice Longoni è la seconda vittima.
Anche una terza persona è entrata in contatto con “la ragazza senza nome”: Fred che lavora in un bar e che ha dato conforto alla giovane donna che stava dormendo fuori dal locale.
Fred è la terza vittima.
La figlia di Beatrice Longoni, Annagloria, sarà la sola che potrà svelare il mistero dietro le uccisioni; ma cosa fare quando la ragazza appare così spaventata da chiedere rifugio all’avvocato Gilardi? L’avvocato l’accoglie in casa, la inserisce nel microcosmo della sua famiglia e le dà protezione ma la giovane continua a nascondere qualcosa, il suo racconto di come la madre ha dato rifugio per una notte alla “ragazza senza nome” è incompleto, fuggevole e le sue azioni inconsuete.
Il mistero si infittisce ancora di più perché quella donna, di cui l’identità appare sconosciuta, era in possesso di una tunica preziosa che tutti sembrano voler ottenere a qualsiasi costo, a discapito delle vite umane.
Elda Lanza rende il romanzo una narrazione ricca di sfumature: non solo la vicenda omicida bensì anche i rapporti familiari vengono raccontati, intrecciando le storie e dando un senso più ampio al romanzo.
“E capì che per lui la felicità non sarebbe mai stata un’idea semplice. Ma un continuo dolore rimandato.”