“L’albergo dei poveri” di Massimo Popolizio al Teatro Argentina: la recensione

L’albergo dei poveri

In scena al Teatro Argentina fino al 3 marzo “L’albergo dei poveri”, dramma di Maksim Gor’kij, rappresentato per la prima volta a Mosca nel 1902 e conosciuto anche con il titolo “I bassifondi”, “Sul fondo” e “Il dormitorio”.

Lo spettacolo viene riproposto da Massimo Popolizio in una grande opera corale in cui sono dosati sapientemente pathos, denuncia sociale, amara comicità, riflessione filosofica e morale sul destino umano.

ph Claudia Pajewski-
ph Claudia Pajewski

Un grande dormitorio: sulla scena il destino di uomini e donne costretti dall’esistenza a una vita di sofferenze e privazioni. Sono i destini di chi aveva tutto e lo ha perso o di chi fin dalla nascita è nato dalla “parte sbagliata” del cosmo.

I padroni di casa, Michail Ivanoviĉ Kostylëv e sua moglie Vasilisa, sembrano dominare apparentemente sui “poveri” eppure, in un continuo gioco di specchi, la prospettiva cambia, riconducendo infine tutto alla miseria umana.

Ladri, prostitute, umili lavoratori, girovaghi. Alcune sono anime arrese totalmente alla vita, altre cercano, almeno apparentemente, ancora il riscatto come Pepel, ladro innamorato della sorella minore di Vasilisa, Natal’ja.

ph Claudia Pajewski
ph Claudia Pajewski

Sulla scena tra gli altri coinquilini del grande dormitorio scopriamo Satin, giocatore d’azzardo e baro, un’ex attore di teatro, il Barone, aristocratico che ha sperperato tutte le sue ricchezze, un ex pellicciaio che ha perso casa e bottega a causa della moglie, il marito che attende con sollievo la morte della consorte malata e tanti altri personaggi di un microcosmo che rischia ogni volta di esplodere in litigi e dispute. Un micro cosmo in cui sembra sporadicamente mancare la pietà umana ma che solo grazie a questa “rinuncia” può continuare a sopravvivere.

ph Claudia Pajewski

Popolizio è il pellegrino Luka, un uomo che ha altra coscienza. Calma lo sfociare dei conflitti, dà conforto all’ammalata e convince Pepel ad aspirare alla speranza e al futuro con Natal’ja. È come un osservatore esterno che non subisce “l’albergo dei poveri” ma che, pur vedendo la cruda realtà, riesce a proclamare ancora la salvezza.

“L’albergo dei poveri” è una frattura, una cicatrice umana che non si risana, è l’eterna oscillazione tra miseria e speranza.

ph Claudia Pajewski

Magistralmente interpretato, ha una regia essenziale, priva di orpelli e in grado di sostenere il ritmo delle tante storie che sul palcoscenico si raccontano. Svelare le tenebre per scoprire la luce e poi ricadere nel dolore e nell’oscurità: il moto perpetuo di vite ai margini eppure magnificate nella loro verità.

L’albergo dei poveri ph Claudia Pajewski
L’albergo dei poveri ph Claudia Pajewski

L’albergo dei poveri

uno spettacolo di Massimo Popolizio

tratto dall’opera di Maksim Gor’kij

drammaturgia Emanuele Trevi

con Massimo Popolizio e con (in ordine alfabetico) Giovanni Battaglia, Gabriele Brunelli, Luca Carbone, Martin Chishimba, Giampiero Cicciò, Carolina Ellero, Raffaele Esposito, Diamara Ferrero, Francesco Giordano, Marco Mavaracchio, Michele Nani, Aldo Ottobrino, Silvia Pietta, Sandra Toffolatti, Zoe Zolferino

Produzione Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Piccolo Teatro di Milano- Teatro d’Europa

L’albergo dei poveri ph Claudia Pajewski
L’albergo dei poveri ph Claudia Pajewski

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