“Let me steal the time”: nel nuovo singolo Savino Valerio muove le corde della metamorfosi
Vento di cambiamento per Savino Valerio ma, non per quanto riguarda il successo dei suoi brani che non temono confronti e che giorno dopo giorno, amplificano il loro valore e la portata artistica che gli è propria.
Un confronto continuo con la musica attuale ma anche con il passato, con una tradizione strumentale che dalle colonne sonore e dalla musica da film, vira verso atmosfere e suoni inediti, degni di un ingegnere del suono come Savino Valerio, il quale, con il suo progetto PLAZA DE MUNDO PROJECT ha reso la musica strumentale un ritratto emotivo dell’essere umano e del mondo che ci circonda, in un compendio della natura e di ciò che rende l’uomo tale.
Le reminiscenze culturali di Savino hanno origine in quella sede sonora che trova nell’anima, la sua più grande fonte ispiratrice: una sorgente preziosa capace di emettere suoni e motivi unici, in linea con i sentimenti più profondi e più nascosti alla nostra coscienza e che soltanto la musica nella sua essenza più pura può far emergere. Emozioni che scaturiscono non appena un suono si accosta ad un altro, rendendo tattile e pregna di significato anche una singola nota, mentre l’anima si interroga sul senso del vivere e dell’essere, chiedendosi dove è il senso poi di tutto. I brani di Savina Valerio ci riportano ad atmosfere sognanti ed eteree, ai confini di un immaginario che la nostra mente elabora in modo inconscio, per poi far breccia sulla parte più vivida di noi, in un processo interiore in continuo divenire.
Come la musica e come il suono, in grado di apporre un cambiamento nelle nostre percezioni sensoriali, anche la nostra mente appare propensa ad una metamorfosi.
…” Vorrei rubare il tempo per plasmarlo come argilla….”
Il nuovo singolo prodotto da Savino Valerio dal titolo “Let me steal the time” è un’evocazione al cambiamento che analizza la metamorfosi come possibilità di evoluzione interiore. I dettagli ritmici del brano raccordando intervalli emotivi dove l’anima sembra ripiegarsi su se stessa, sconvolgendo con il suo pathos ogni suono. Come un drappeggio in un suntuoso abito, le sonorità del brano, diventano l’ornamento perfetto per immagini scenografiche di grande spessore… Proprio come in un film, in cui la trama si raccorda con la musica e viceversa, con richiami sensoriali polisemici, in grado di disvelare significati altrimenti non distinguibili. Non a caso, per girare le scene del video è stato scelto il palazzo Te di Mantova, proprio nel momento in cui ricorreva l’anno artistico della metamorfosi. Le immagini mettono in movimento una danza che esprime il cambiamento e al contempo, un viaggio temporale tra passato, presente e futuro, dove l’amore fa da sfondo e da liet motiv.
La metamorfosi appare come il passaggio da uno stato all’altro, dove niente è mai come prima e dove ad ogni passo, vi è un cambiamento: la danza è il ballo dell’amore che lotta contro il tempo senza mai estinguersi fino a raggiungere la certezza della sua forza.
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https://youtu.be/8NpLCtDAVxg?si=d_E3D_7ApMsdkagF
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Instagram come @pdm_plaza_de_mundo_project.
https://music.youtube.com/channel/UCvpG2FqisIy64Mzo7kp19nQ?si=1PW2Fiux63Eu5Zmq
Feat: Elena Ortu al violoncello
Regia- riprese – montaggio video: Mario Marco Farinato
Coreografie Eleonora Gallizioli e Federica Morselli
Ballerini : Pietro Tortorici ed Eleonora Baldassari di Studio Danza la Fenice – Mantova –
Fondazione Palazzo Te
Pierpaolo Consoli
Vitty
Città di Mantova
https://youtu.be/8NpLCtDAVxg?si=d_E3D_7ApMsdkagF