L’impegno dei sacerdoti durante la pandemia del covid-19
Il Coronavirus ha cambiato la vita di tutti. Questo evento pandemico, identificato per la prima volta a Wuhan, ha avuto un impatto decisamente devastante sulla vita di tutti, causando anche gravi danni all’economia.
Lockdown, saracinesche abbassate, debiti, decessi ogni giorno e contagi: sono solo alcuni degli elementi caratterizzanti del Covid-19, che ancora oggi continua a far spavento specialmente dopo la nuova ondata di contagi.
In un contesto che si potrebbe definire quasi apocalittico, l’uomo è stato messo di fronte alla caducità della sua esistenza, dimostrando in maniera concreta che, per quanto si cerchi di non interfacciarsi con una simile realtà, su questa terra si è il nulla di fronte alle forze della natura.
Tuttavia, in un contesto di totale paura, smarrimento ed incertezza, sono tanti i sacerdoti che hanno interpretato il messaggio professato da Cristo, ponendo in essere tutte le misure necessarie per sostenere i fedeli in un momento di paura e di caos generale, che ancora non accenna a passare.
La lotta silenziosa dei sacerdoti durante la pandemia
Spesso la preghiera è una panacea, una cura valida per ogni genere di problema; ed è proprio per questo che, durante la pandemia, sono stati tanti i sacerdoti che, pur di non lasciare i fedeli da soli, hanno continuato a celebrare la messa avvalendosi dei supporti informatici che la tecnologia mette a disposizione.
Tanti altri ministri di Dio, invece, pur di non lasciare i fedeli sprovvisti dell’Acqua Santa durante il periodo Pasquale hanno provveduto comunque a distribuirla in apposite bottigliette singole, così da fare in modo che tutti i fedeli potessero celebrare la Santa Pasqua nonostante lo scenario drammatico che via via si è venuto a delineare sempre di più, demarcando un confine preciso tra ciò che l’uomo può governare e gestire, e ciò che l’uomo non può controllare perché fuori dalla sua natura. Mentre gli uomini soccombevano sotto i colpi del Covid-19, i sacerdoti hanno sempre e comunque assicurato una speranza all’umanità, attraverso la preghiera e l’umana solidarietà.
I sacerdoti vittime del Covid-19
Se ci si trovasse in una guerra, ci si rivolgerebbe ai sacerdoti deceduti durante la pandemia come a dei caduti sul campo, dei guerrieri che nonostante gli sforzi hanno dovuto soccombere contro una malattia spietata.
I preti che non ce l’hanno fatta sono stati 121 in totale: un numero troppo grande, se si pensa che ad ognuno di questi sacerdoti corrisponde una parrocchia con chissà quanti fedeli; una comunità religiosa che ha perso il suo punto di riferimento, come una nave che perde il suo Comandante o come un gregge che si ritrova senza pastore.
Nonostante gli sforzi posti in essere per cercare di contrastare quanto più possibile la pandemia, molti non ce l’hanno fatta, perdendo questa guerra contro un male invisibile ma allo stesso tempo così tangibile.
Tuttavia, nonostante le tante perdite, il sacrificio dei tanti preti non verrà dimenticato facilmente dai tanti fedeli che hanno avuto una speranza.
Le azioni dei preti durante la pandemia
Cosa hanno fatto di concreto i sacerdoti per cercare di stare vicino ai tanti fedeli che si sono ritrovati da soli in un momento così difficile? La risposta non è così semplice, e richiede un’infinità di declinazioni differenti.
Basti pensare che, per esempio, alcuni sacerdoti hanno comunque continuato a celebrare la messa avvalendosi di internet; il Santo Padre, in data 27 Marzo 2020, accolse il momento di smarrimento per celebrare una messa universale, chiedendo a Cristo il perdono per tutti i peccati.
Molti altri sacerdoti hanno dato consigli preziosi alle famiglie, come ad esempio Don Nicola, il quale in un apposito video ha spiegato alle famiglie come intrattenere e salvare i bambini dalla noia. Contenere la loro vivacità è un compito arduo: lo sa bene Don Nicola, abituato com’era ad avere l’oratorio sempre pieno zeppo di bambini che corrono e giocano; in questo modo, le famiglie hanno avuto dei consigli sani per cercare di non far annoiare eccessivamente i bambini, prigionieri innocenti di una pandemia che non ha conosciuto pietà per nessuno.
Papa Francesco e il suo pensiero ai sacerdoti guariti dal Covid-19
Nonostante la drammaticità degli eventi, ci sono stati sacerdoti in grado di combattere e di vincere contro questo evento epidemiologico esteso su scala mondiale. A loro è andata la sua vicinanza più grande, dimostrando che talvolta si può vincere se si lotta uniti e se non si perde mai e poi mai la fede in Dio.
Il desiderio di Papa Francesco di incontrare i sacerdoti colpiti dal Covid-19 è stato accolto di buon grado dai preti, organizzando addirittura degli incontri nei luoghi dove la pandemia ha trovato terreno fertile per diffondersi come un morbo che non conosce età, razza, sesso e differenze culturali.
La vicinanza è andata, senza dubbio, anche ai fedeli che hanno perduto un punto di riferimento essenziale per la comunità spirituale.
In definitiva, è corretto affermare che questo evento pandemico abbia aperto gli occhi a tutti su quelle che sono le vere priorità della vita, ponendo l’uomo davanti alla fragilità della sua esistenza.
Grazie all’impegno costante dei tanti sacerdoti che ancora oggi si adoperano per fare in modo che continui ad esserci speranza, si riesce a guardare al futuro con una nuova prospettiva, sebbene ancora annebbiata e poco definita; fino a quando, difatti, non ci sarà un vaccino le speranze continueranno ad essere flebili, seppur alimentate da quei preti che ogni giorno cercano di alleviare il dolore dei fedeli.
A sottolineare l’importanza dei sacerdoti sono stesso i parrocchiani, i quali non si sottraggono mai dalle tante iniziative spirituali che servono per unire i cuori e le anime delle persone in un abbraccio inscindibile, sebbene i corpi debbano continuare a mantenere la distanza di sicurezza.
Una vicinanza resa possibile dai sacerdoti che non si sottraggono alla loro missione cristiana, per saperne di più clicca qui