“L’oro di Baghdad” di Marco Forneris: recensione del romanzo.
Marco Forneris – L’oro di Baghdad
prefazione di Alberto Negri
autore: Marco Forneris
titolo: L’oro di Baghdad
prefazione di Alberto Negri
pagine: 456
prezzo: 16,00 €
https://www.sandrotetieditore.it/project/marco-fornerisloro-di-baghdadnovita-2018/
“L’oro di Baghdad” è il nuovo romanzo di Marco Forneris, edito dalla casa editrice Sandro Teti Editore.
Il libro si avvale della prefazione di Alberto Negri, uno dei più stimati giornalisti europei del Medio Oriente, inviato speciale de Il Sole 24Ore.
L’opera, infatti, nonostante sia di fantasia ha, tuttavia, alcuni elementi confacenti allo “stato delle cose”, dimostrabili e veritieri.
Il libro esordisce con un prologo: la storia incomincia nel 2004, due uomini a bordo di un auto, Jafar Tilfah al-Tikriti, Colonello del Jihaz al-Mukhabarat al-Amma, appartenente agli iracheni e Yusuf al-Assad, capo degli agenti siriani, subiscono un incidente durante lo svolgimento di un incarico losco e dai contorni sfumati. Un ragazzo, Adan al-Bayazidi, dopo aver scorto l’auto, decide di verificare, consapevole che la macchina, proveniente sicuramente dal Castello, può contenere qualcosa di importante e pericoloso.
Trafugato il contenuto del trasporto (lingotti in oro, documenti e armi) e posto fine alla vita di uno degli uomini, il ragazzo fugge via dal luogo del ritrovamento e consegna il materiale a padre Jibril Koraiche.
Nel frangente, saputo dell’incidente dei due uomini, Hassan Khalil, un alawita di Latakia, il feudo personale del Presidente, al servizio prima di Hafez al-Assad e poi del figlio Bashar, è in balia dell’ansia, consapevole di dover giustificare la mancanza della scorta durante il trasporto e di dover trovare il colpevole della morte dei due e della sparizione del carico.
Anche il fronte iracheno, rappresentato nel romanzo da Hani, scopre della morte di Jafar, nipote dello stesso Hani. I due Paesi dovranno collaborare per giungere alla verità o almeno questo è ciò che apparentemente decidono di fare.
A San Francisco, nel frattempo, David Faure, vero protagonista del romanzo, un uomo d’affari americano, ha un incontro in un locale con Pablo, un suo vecchio amico, un tempo investigatore di una delle più grandi agenzie private di security.
Pablo ha un’incarico da affidare a David, da parte della Cia e dell’Fbi, che vogliono avvalersi del suo aiuto per ritrovare i soldi che Saddam ha nascosto in giro per il mondo. Il suo compito è, infatti, quello di individuare dove sia stato nascosto il patrimonio trafugato dagli uomini del Muckabarat iracheno.
Lo spostamento di una grande quantità di soldi avveniva, alcuni tempi addietro, tramite il contrabbando del petrolio che passava attraverso la Siria e ora gli Stati Uniti credono che il traffico non si sia mai interrotto ma avvenga in modo diverso, tramite i soldi o altre cose di valore.
David dovrà trovare l’anello di congiunzione per risalire alla catena completa dei fondi.
Il motivo per cui David accetta, tuttavia, l’incarico ha una valenza molto più personale: un conto in sospeso con il cardinale Barrel che, nel messaggio ricevuto dalla Cia da un suo residente in Siria, viene citato.
La ricerca dell’oro di Saddam, grazie all’ausilio di Jacqueline Chamoun, esperta culturale sul Medio Oriente, incomincia dalla Siria, dove la donna ha un legame effettivo con il prete Jibril Koraiche, un prete maronita, che ha appena mandato una lettera al governo americano per comunicare che è necessario inviare prontamente degli esperti nel Paese.
David è, anche, azionista di un’impresa israeliana: potrebbe apparire un pericolo per lo stesso ma in realtà consentirà al protagonista di trovare una soluzione quando il governo americano verrà meno ai suoi impegni.
Il romanzo è reso ancora più scorrevole da una marginale trattazione della vita personale del protagonista che rende l’opera ancora più empatica per il lettore: non solo il conto in sospeso con il cardinale Barrel, ma la morte della moglie di David, i rimorsi per l’incolumità di Susan, una sua vecchia fiamma, e la vicinanza con Jacqueline, che, nonostante un carattere all’apparenza frivolo, è una donna forte e coraggiosa.
Molto interessante, anche, la rappresentazione dei tanti personaggi che i due incontrano nella ricerca della soluzione, in un viaggio che dal Medio Oriente siriano, libanese e iracheno, giunge fino ad Israele per poi approdare in Grecia e in Svizzera.
Il romanzo racconta una narrazione fatta di intrighi politici, tradimenti e morti; una storia le cui acque torbide rendono, anche, il più innocente un colpevole.
Marco Forneris opera nel campo dell’informatica e dell’organizzazione dagli anni Settanta. Laureato a Torino, ha cominciato la sua brillante carriera nella mitica Olivetti. È stato Chief Information Officer di alcune delle più note aziende italiane: Il Sole 24 Ore, Assicurazioni Generali, Gucci, FIAT e Telecom Italia. Si occupa di Merger&Acquisition e Business Development per aziende di Information Technology, per Private Equity e per banche d’affari. Nel 2016 ha pubblicato per la Sandro Teti Editore il romanzo Il nodo di seta, con la prefazione di Evgenij Kaspersky.
Romanzo fornito da Sandro Teti Editore