“Magari domani resto”: un delicato inno alla vita e al coraggio (pecché ‘a curiosità è ‘na forma ‘e coraggio)
Nell’ultimo libro di Lorenzo Marone “Magari domani resto” ho ritrovato tutti quegli elementi che ricerco in un’opera letteraria: sentimento, spunti filosofici, leggerezza. Si, la leggerezza è una qualità di pochi scrittori, è quella che, per citare un grande, indimenticato autore come Calvino, “non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
L’opera dello scrittore napoletano è esattamente così: non ha macigni, sfiora con levità tematiche che, spesso, si tendono a trattare
con quella pesantezza tipica di una presunta élite di intellettuali. Temi come la camorra, l’abbandono, l’omosessualità, il disagio sociale restano sfumati, quasi sullo sfondo, ma alla fine risultano prepotentemente in primo piano perché innestati nelle viscere delle vite dei protagonisti.
“Magari domani resto” non ha macigni, ma ha di certo tanto cuore. Ha cuore la protagonista, Luce, ragazza trentenne confusa sulla propria vita ma piena di forza d’animo e di generosità, ha cuore Carmen madre di un bimbo che, lottando come una leonessa, tenta di sottrarlo al mondo del padre camorrista, e ancora Alleria, fedele compagno peloso della protagonista, il vicino Don Vittorio, la saggia nonna Giuseppina…
Cuore è una di quelle parole che ci crea imbarazzo usare, rimanda a qualche canzonetta estiva e ingenua, figuriamoci quanto disagio ci crea metterla nelle nostre giornate, relazioni, passioni, lavori. L’etimo di cuore è cor habeo, avere coraggio. Tutti i protagonisti di questo romanzo hanno coraggio: di essere sé stessi, di mettersi contro un destino già segnato o di rifiutare un lavoro che non li rispecchi, di riscoprire l’amore o di viverlo nel suo senso più profondo.
Una volta girata l’ultima pagina di questo romanzo resta questo messaggio, di metterci tutto il cuore per realizzare noi stessi nel mondo. Chiuderei con un passo tratto dal libro che spiega di certo meglio di me questo concetto: “che non bisogna farsi vincere dalla paura, altrimenti int’a vita nun se combina mai niente. E oggi ti dico, vi dico: non partite solo per fuggire, e non restate solo perché non avete il coraggio di prendere nuove strade. Siate sempre aperti ai cambiamenti, scegliete un obiettivo e puntatelo, però sappiate cha se pò semp’ fallì, che ca nisciuno è perfetto. E non smettete mai di essere curiosi, pecché ‘a curiosità è ‘na forma ‘e coraggio.”
Annarita Lardaro