Mancanza di empatia: il vero male del nostro tempo (Vanessa Incontrada e Rihanna ne sono un esempio)
Questo, forse, più che un articolo sarà un flusso di riflessioni. Le notizie su Rihanna che ha messo su dei chili ha scatenato la furia degli haters; così come contro Vanessa Incontrada, apparsa giunonica e florida ai Wind Music Award, ha condotto a dei commenti di una ferocia incomprensibile.
La reazione della cantante delle Bahamas mi è piaciuta molto, “non mi meritate”, ha tuonato dal suo profilo Instagram.
È vero non ce la meritiamo, aldilà del gusto musicale personale. A me sembrano entrambe bellissime donne, senza retorica, aldilà del fisico, hanno qualcosa che non si compra e non ci si può mettere a dieta per ottenere: la personalità, il carisma, la capacità di gestire un palco con sicurezza. Sono volti, occhi, storie. Sono donne, non ammassi di corpi e di chili.
Mi piomba la tristezza per tanta pochezza nei giudizi, per questa mancanza totale di sensibilità nel guardare oltre. Prendo spunto da questi biechi episodi per un’analisi di un tema più delicato, partendo da un dato: secondo una recente indagine solo in Italia tre milioni di persone soffrono di disturbi alimentari, di cui il 90% sono donne.
Ora la tentazione di banalizzare e ricondurre un disagio così serio, profondo, doloroso, a dei canoni di bellezza che la società ci impone è tanta; ma è certo che un collegamento c’è. Non è un casuale che la Francia abbia varato una legge che impone alle modelle prima di firmare un contratto di presentare un certificato medico attestante il proprio stato di salute fisica. Eppure da noi se ne parla ancora troppo poco di questa malattia; perché è di questo che si tratta, di una malattia e tra le più subdole perché riguarda l’anima e la psiche. E tutti possiamo ammalarci, e su questo il destino, il fato, comunque lo si voglia chiamare, è maledettamente democratico.
Ciò che riguarda anche i disturbi alimentari deve essere curato con terapie adeguate. Quel che, però, racconta la realtà è spesso di famiglie lasciate sole nell’affrontare un dolore così grande che le travolge, di medici non del tutto preparati e di strutture sanitarie assenti.
Dall’infimo della mia penna, voglio sottolineare un altro dato certo: che si può guarire, che sempre più spesso si guarisce. Lo scrivo rivolgendomi a te, che magari sei capitata/o a leggermi per caso navigando oziosamente su internet. La cura è fatta di ingredienti come pazienza, indulgenza, fiducia, speranza. E su tutti, tanto amore di chi vi circonda, ma soprattutto verso sé stessi.
Comprendendo che siamo tutti girovaghi/ nomadi in un deserto chiamato vita, in cui dobbiamo imparare, giorno dopo giorno, a far crescere giardini, a portare l’acqua e a costruirci l’ombra per quando le temperature saranno insopportabilmente calde e rifugi in cui ripararci per quando, improvvisamente, piomberanno sotto lo zero, a tendere la mano quando il deserto fa troppa paura e ad alzare gli occhi al cielo per cogliere tutta l’immensità di questo gran casino che è la vita.
Agli haters, ai sarcastici del web che sporcano tutto, a chi ci mette il tempo di un click per dare giudizi, vorrei ricordare, parafrasando una bellissima frase del grande Carlo Mazzacurati che ogni persona che incontriamo sta combattendo una battaglia silenziosa; mi permetto di aggiungere una battaglia più o meno cruenta con sé stessi. Siate gentili, sempre. Ecco non dimentichiamoci il valore della gentilezza, del rivolgersi in maniera gentile agli altri, sia pure da dietro una tastiera, sia pure nascosti da un nickname, o rappresentando il tutto da un hashtag. Un gesto gentile o una parola garbata possono, in maniera silenziosa, salvare una vita.
E allora vincitrice ne esce, per me, l’Incontrada, che si eleva da questa massa putrida, con una semplice dichiarazione che racchiude tutto: “la felicità è sentirsi amata”. E l’amore, quello vero, dei genitori, degli amici sinceri, dei compagni di vita, non ha canoni estetici imposti dalle case di moda, non ha chiletti in più o in meno, ha occhi che vedono la nostra Bellezza, quella vera. L’amore ha solo l’amore come argomento, gli haters, invece, solo le proprie infime meschinità quotidiane.
Annarita Lardaro