Molise: tappa preminente di un viaggio on the road.
Il 2020 resterà l’anno delle scoperte. In pochi mesi abbiamo scoperto la caducità della vita, la bellezza della libertà, la capacità di adattamento.
Scopriamo che la distanza fisica non è poi così disprezzabile, scopriamo il valore di un abbraccio, il calore di uno sguardo, ci scopriamo virologi, infettivologi, politici ma, soprattutto, viaggiatori.
In questo raro e spietato anno, di perdite e di scoperte, un virgulto d’orgoglio si leva dal Molise! Da regione ologramma, bistrattata e derisa, a tappa preminente di un viaggio rigorosamente on the road.
In pochi mesi si sono moltiplicati gli hashtag Molisn’t, dalla costa all’entroterra la risposta all’impatto visivo è sempre lo stesso: stupore. Una ingenua incredulità benché persino il New York Times, abbia inserito “la regione che non esiste” nei 52 Paesi da visitare quest’anno.
Regione allegra ed inclusiva: gli amanti della spiritualità troveranno terreno fertile nei catartici percorsi sulla via degli Eremi, la pigrizia in tintarella troverà conforto lungo la costa, per gli amanti del trekking solo l’imbarazzo della scelta, gli storici si diletteranno tra siti archeologici ed itinerari artistici. Le buone forchette non potranno che apprezzare la storia e la tradizione della cucina molisana.
Il Molise ha il ritmo del Sabato del Villaggio, ha l’odore del fieno appena tagliato.
In Molise si corre con gli asinelli, si rinnovano miti e leggende intorno ai fuochi, si omaggia la tradizione con rivisitazioni storiche, si rispolverano vecchi abiti e si impiccano formaggi senza pietà.
Per una esperienza totalmente wild, obbligatevi ad una sosta nei baretti dei paesini della regione, sotto gli sguardi incuriositi dei fedelissimi, sarete certamente accolti con calore e storditi da una curiosa babele linguistica.