“Nota stonata” con la regia di Moni Ovadia al Teatro Vittoria: la recensione
Sarà in scena fino al 29 gennaio 2023 al Teatro Vittoria di Roma l’opera “Nota stonata” di Didier Caron, con la regia di Moni Ovadia e gli interpreti Giuseppe Pambieri e Carlo Greco.
Lo spettacolo, unico atto, è ambientato alla Filarmonica di Ginevra, precisamente nel camerino del direttore d’orchestra di fama internazionale Hans Peter Miller. Quest’ultimo al termine di un concerto deludente incontra un suo fan, uno spettatore dai modi invadenti, Léon Dinkel.
Lo spettatore appare innocuo pur se sfacciato finché la pièce evolve sulla scena dipingendo uno scenario insidioso.
Inizialmente Léon chiede un autografo al direttore d’orchestra, congratulandosi per l’ottima prestazione musicale, successivamente una foto e di nuovo bussa al camerino con un regalo da scartare a casa.
Ma il sottointeso di alcune frasi pronunciate da Léon insospettisce lo spettatore attento che comprende come quell’incontro non sia solo frutto di ammirazione.
Léon è arrivato appositamente dal Belgio per vedere suonare il direttore, parla spesso della compagna che è a casa ad aspettarlo e conosce troppi dettagli della vita di Hans.
Un fan troppo invadente o un pericolo giunto dal passato?
La situazione si complica quando Léon chiude a chiave in camerino il direttore, telefonando alla moglie di quest’ultimo per annunciargli il suo ritardo e professando di voler fare un audizione in memoria anche del padre musicista.
“Io sono un uomo rispettabile” – Hans
“Rispettato: piccola sfumatura” – Léon
“Nota stonata” è un piccolo gioiello di testo e regia, un’opera che fluisce nella drammaticità degli istanti, impercettibili eppure dotati di senso.
La pièce racconta l’orrore, il dolore e la brutalità in modo quasi delicato, narrando una storia greve e insensata come un’orchestra che suona Mozart nel gelo di morte di un campo di concentramento.
Una nota stonata che modifica il corso dell’esistenza è l’emblema dell’assurdità umana in grado di manifestarsi nei modi più crudi e mortali.
Lo spettacolo è magistralmente interpretato: Giuseppe Pambieri e Carlo Greco “vivono” la narrazione, la ascoltano e ne diventano “storia”. Non più due attori ma due manifestazioni differenti di ciò che l’uomo può essere e diventare.
Moni Ovadia con una regia attenta ma mai prolissa e eccedente nei dettagli riesce a rendere “Nota stonata” un’opera che si interiorizza con il trascorrere dei giorni, in grado di suscitare domande scomode e risposte ancora più complesse.
traduzione Carlo Greco
scene Eleonora Scarponi – costumi Elisa Savi
luci Daniele Savi – foto Pino Lepera
assistente alla regia Mario Brandolin
Co-Produzione Golden Show Srl e Teatro della Città di Catania