Nuove Regole per Conciliare Lavoro e Famiglia: le donne divise tra figli e carriera
A settembre Consiglio, Parlamento e Commissione si riuniranno per approvare le proposte messe in campo dalla Commissione per l’Occupazione dello scorso 11 Luglio: le nuove regole potrebbero diventare realtà già nel 2019.
Che cosa chiedono gli eurodeputati? Nuovi standard minimi per quanto concerne i permessi dal lavoro per chi è genitore, introduzione di un congedo di paternità retribuito della durata di almeno dieci giorni destinato al padre, condizioni lavorative più flessibili per consentire alle donne madri di potersi inserire nel mercato del lavoro; l’intento è quello di contrastare le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro. I tassi di occupazione dimostrano come la cura dei figli e della casa gravi oltremisura sulle donne madri e che queste siano costrette il più delle volte a scegliere lavori part-time o nei casi più disperati molte sono costrette ad interrompere la carriera. Purtroppo nel nostro paese per le donne, ritornare a lavoro dopo la nascita di un figlio resta un miraggio: la conciliazione di carriera e cura della propria famiglia spesso non viaggiano di pari passo e in Italia le statistiche ci indicano come le alternative si dividano tra carriera e maternità. Per alcune invece la scelta non sembra essere poi così netta: ce lo racconta Anna che è riuscita a conciliare le sue aspirazioni di madre con quella di essere donna:
“ho ripreso a lavorare dopo 7 mesi dal parto, ritengo sia fondamentale poter lavorare ed essere una donna e una mamma autonoma. Per due anni ho svolto un lavoro part-time mentre mia figlia Allegra rimaneva all’asilo. Dalle 17:00 coccole, giochi, spesa, preparazione cena, stanchezza infinita e crollo ore 21 massimo 22. Da pochi mesi ho un contratto a tempo indeterminato e ho un part time con un orario da sogno per qualsiasi mamma: 9-13. Che dire, sono felicissima, me lo sono sudato e questo tipo di orario mi permette di mantenere vivo il mio IO ma allo stesso tempo di fare la mamma quasi a tempo pieno”
Su un recente articolo del 24h Luigi Compiglio sostiene che sono forti i ritardi del Sud dove la maggior parte delle donne è fuori dal mercato del lavoro e quelle che invece sono occupate hanno spesso carriere discontinue e redditi bassi.
“Nonostante la mia laurea, la mia propensione forte al lavoro, da dieci anni a questa parte ne ho cambiati diversi e solo da pochi mesi ho raggiunto la serenità lavorativa. Vedo amiche e compagne universitarie dover migrare a Milano per ottenere un lavoro affidabile, con tutti i diritti che meritiamo, quindi no stage, no spiccioli, no prove gratuite e tanto altro ancora. Cambieranno mai le cose per noi mamme e donne al Sud?”
Non a tutte però purtroppo è concessa la possibilità di scegliere e talune preferiscono puntare tutto sulla carriera, respingendo il più possibile l’idea di essere madri in un Paese che purtroppo vive ancora di vecchi retaggi culturali.
“Io credo che le due cose siano conciliabili ma certamente è più dura, ci vuole più impegno e non mancherebbero sacrifici. Io credo comunque che neanche le più grandi gratificazioni lavorative possono eguagliare la gioia di un figlio. Ma questa è una consapevolezza che arriva solo dopo.”
Per te le difficoltà sono state maggiori ma non ti sei arresa.
“Da mamma sorda quale sono, ho abbandonato un po’ sogni e ambizioni perché un handicap come il mio nel mondo del lavoro è un limite enorme ed è per questo che sono grata all’azienda per cui lavoro, perché mi hanno dato tutti gli strumenti per agevolarmi ed hanno avuto la pazienza di rendermi libera ed autosufficiente.”