“Parola d’ordine: disordine”: il connubio tra un testo intelligente e un animo carismatico.
Appuntamento al buio con un monologo comico, con solo una sinossi in mano e nomi di artisti che ancora non conosci…avete presente? E avete presente quel momento in cui ti rendi conto che il buio si trasforma in luce, quelle parole resteranno indelebili e diventeranno parte di un tuo nuovo linguaggio che quei nomi faranno storia? E’ come il colpo di fulmine di Cupido e da li una valanga di emozioni, che ti tengono incollata alla sedia, per ridere, riflettere e ridere di nuovo.
L’appuntamento è nello storico Teatro Ivelise, a pochi passi dal Colosseo con “Parola d’ordine: disordine”, spettacolo scritto e interpretato da Silvia Saponaro, accompagnato dai brani musicali di Giulia Antoniotti al pianoforte.
Le pareti blu notte della navata del piccolo teatro si fondono con il nero del palco, fino ad incontrare il blu surreale dei contro luce. La luce blu si accende accompagnata dalle note di una tastiera, piano piano appare prima un cubo nero, poi un guardaroba gonfio di costumi che si accendono di colore, infine una bellissima ballerina, candida come la porcellana, in stile Pris in Blade Runner, interpretata dalla Antoniotti. La musicista in scena, oltre a suonare i suoi brani di accompagnamento, incarna una bambola, annoiata e addormentata, che si risveglia solo per disturbare o seguire i conflitti interiori di una giovane donna, nel corso di una sua comune giornata. Così parte il viaggio scritto e interpretato da Silvia Saponaro, attraverso la comicità del dramma: una vita in overdose di pensieri. Un fiume in piena con giochi di parole e calembour che trascina nell’intricato mondo della mente.
“Parola d’ordine: disordine” è una finestra che affaccia sul caos, dove emozione e sentimento hanno la meglio sulla razionalità. Il crescente desiderio di fuggire da questo flusso incontrollabile di parole e significati, che governa azioni e stati d’animo, non riesce a trovare realizzazione. L’obiettivo dell’attrice torinese è quello di immergere lo spettatore nelle tempestose acque della mente, popolate da piaceri e patimenti d’ogni sorta, cercando una risposta alla domanda fondamentale: siamo schiavi del nostro pensiero? Ma la Saponaro farà ancora di più, con le sue multiple espressioni del corpo, del volto, con le sue variazioni tonali della voce, con il turbinio di emozioni, che passano veloci e scorrono, anzi corrono alla stessa velocità del pensiero, ci incanterà, come accade poche volte nella vita, come un vero “animale da palcoscenico” fa, travolgendoti con il suo carisma.
Eh si lo spettacolo fa “ridere” ma come piace a noi: intelligentemente.