Produzione vini spumanti: come funziona il metodo Champenoise

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Quella che caratterizza i vini spumanti negli ultimi anni è una popolarità crescente, che può essere attribuita ad un insieme di fattori, dalla versatilità che rende questi prodotti perfetti per accompagnare diversi piatti, dagli antipasti ai dessert, alle sensazioni uniche che riescono a dare. Le bollicine apportano una sensazione di freschezza che stimola il palato. Questo non fa altro che rendere lo spumante un vino particolarmente piacevole, ideale per occasioni speciali, ma anche per un momento di relax.

Il metodo Champenoise per gli spumanti pregiati

La curiosità e l’interesse che ruotano intorno al settore vitivinicolo in generale (al riguardo, segnaliamo che nella rivista online Winemeridian vengono trattati vari suoi aspetti) e, in particolare, al mondo delle bollicine portano a introdurre uno degli argomenti più centrali in merito ai vini spumanti, ossia i molteplici processi produttivi esistenti. Tra questi, il metodo Champenoise rappresenta certamente una delle tecniche più rinomate ed è utilizzato per creare diversi spumanti pregiati.

È importante ricordare che il panorama degli spumanti attraversa una continua espansione, con nuove denominazioni, altri vitigni e varie tecniche di produzione che arricchiscono questo settore. Grazie a questa varietà, i consumatori possono scoprire sempre nuovi gusti e nuovi sapori, per soddisfare tutte le esigenze.

Si assiste ad un interesse crescente verso i prodotti enogastronomici di qualità e nei confronti delle esperienze sensoriali raffinate. Gli spumanti, con i loro metodi di produzione caratteristici, si inseriscono in modo perfetto in questo contesto di eleganza e di raffinatezza, per soddisfare le esigenze di un pubblico consapevole e molto attento.

I primi passaggi del metodo Champenoise

Il metodo Champenoise, in particolare, è conosciuto anche come metodo tradizionale. È il processo che viene utilizzato per produrre vini come lo Champagne e altri spumanti di elevata qualità. Il primo passaggio è quello della fermentazione iniziale. Dopo la raccolta dell’uva e la realizzazione del mosto, quest’ultimo viene fatto fermentare in serbatoi appositi realizzati in acciaio inox oppure in botti di legno. L’obiettivo è quello di creare il vino base, che non è in questa fase ancora un vino effervescente.

Si passa poi all’assemblaggio, una fase che viene chiamata anche con il nome di cuvée. In questa parte del processo, diversi vini base, che provengono da differenti annate o da varie uve, vengono miscelati in modo da ottenere un vino equilibrato.

Al vino base vengono aggiunti specifici lieviti scelti con attenzione e zucchero. Il vino viene successivamente imbottigliato e chiuso con un tappo provvisorio. Si tratta della fase della produzione che viene definita con il nome di tiraggio, più specificamente tirage.

La seconda fermentazione del vino nella bottiglia

Le bottiglie sono immagazzinate in cantine con caratteristiche ambientali specifiche, che possano garantire il buio e la freschezza. Qui avviene una seconda fermentazione. Nel corso di questo processo, i lieviti trasformano gli zuccheri in anidride carbonica e in alcol, realizzando le tipiche bollicine. È un procedimento che può durare anche diversi mesi e, in alcuni casi, per spumanti di alta qualità, può protrarsi anche per vari anni.

Le fasi finali del metodo di produzione

Successivamente alla seconda fermentazione, le bottiglie vengono lasciate affinare sui lieviti per un periodo di tempo lungo, in maniera da conferire aromi e complessità al vino. Le bottiglie a poco a poco vengono ruotate con una certa inclinazione, per spostare i sedimenti di lieviti verso la parte del collo della bottiglia. Questo processo viene effettuato a mano oppure con l’utilizzo di speciali macchine.

Poi si passa alla sboccatura. Quando i sedimenti si trovano nel collo della bottiglia, il tappo temporaneo che era stato utilizzato viene rimosso. In questo modo, attraverso la pressione interna, viene espulso il sedimento congelato.

Prima di chiudere in modo definitivo la bottiglia, viene aggiunta una piccola quantità di liquore per il dosaggio, una miscela realizzata con l’impiego di zucchero e vino base. Tenendo conto della quantità di zucchero che viene aggiunta, si può stabilire la tipologia di spumante, definendo, ad esempio, un Brut, un Extra Brut oppure un Demi-Sec. La bottiglia viene chiusa con il tappo di sughero e fissata con la gabbietta in metallo. Lo spumante viene lasciato riposare per un altro periodo, per consentire la stabilizzazione del prodotto finale.

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