Psicologia e pandemia: una sfida in tempi e spazi diversi.
In attesa del ritorno alla tanto agognata normalità è necessario analizzare tutta una serie di elementi che stanno mettendo in crisi la psiche dell’essere umano. L’ho letto, scritto e approfondito tante volte evidenziando quanto questo sia un discorso essenziale.
Susan Sontag in ‘Malattia come metafora’ scrive infatti: “come in ogni situazione estrema una malattia porta alla luce quanto di meglio e quanto di peggio vi è in un individuo.”
La prima ondata di contagi, sulla base delle differenti esperienze vitali ed esistenziali, ha provocato numerose forme di trauma, come sottolinea Annalisa Camilli sulla rivista Internazionale. In effetti è stata interrotta la quotidianità, banale, speciale, normale, in qualunque forma la si interpreti: ci si è trovati a vivere la forzatura e la coazione di convivenze in spazi e tempi ristretti. E potrei aggiungere che le stesse categorie filosofiche di spazio e tempo stanno vivendo un’era nuova di chiusure e restrizioni forse mai provate in codesta modalità.
Sempre la Camilli nel suo articolo del 10 dicembre 2020 ci parla di Damiano Rizzi, psicologo clinico della fondazione Soleterre: il suddetto ha lanciato una rete formata da 570 psicologi per assistenza alla psiche attraverso un centralino.
I problemi economici, sociali, legati agli stili di vita stravolti, in certi casi, hanno determinato delle serie depressioni, in altri hanno peggiorato situazioni drammatiche già in atto.
Continuando a navigare nella rete di ricerca psicologica si trova ‘Pandemia e resilienza’ un tomo a cura della Consulta Scientifica del Cortile dei Gentili con la prefazione di Giuliano Amato. Si tratta di una serie di proposte per prendere atto del contesto spazio – temporale pandemico e per pianificare la vita che verrà giorno per giorno navigando a vista.
Concretamente l’Ordine degli Psicologi sul Coronavirus si è posto, invece, schematicamente degli obiettivi ben delineati:
- Fornire supporti professionali alle autorità;
- Fornire indicazioni ai cittadini;
- Fornire indicazioni agli psicologi.
In un articolo molto interessante sul Gazzettino del Chianti la psicologa Eleonora Bartoli ha evidenziato la necessità e l’urgenza di analizzare i contesti emergenziali per ritrovare e ricostituire un’idea di benessere psicosociale. A tal fine bisogna mettere in campo tutte le risorse personali e sociali e nel loro combinato disposto trarne chiavi di miglioramento e ripartenza.
Bartoli, che sta svolgendo un dottorato di psicologia all’Università Goethe di Francoforte, ha ideato insieme alla collega Mariam Fishere il progetto Covid 19 Narratives CoVina studies dedicato agli effetti psicologici del Covid – 19. La medicina narrativa unisce gli aspetti umanistici e quelli scientifici realizzando in questa maniera una visione di insieme e di ampio raggio sul rapporto fra corpo, anima e sfera interiore.
In un’intervista rilasciata a Martina Mecacci Bartoli dice: “La varietà delle ripercussioni psicologiche è ampia – conclude – e richiede costanti adattamenti nel tempo, al mutare e al progredire della situazione: adattamenti che non sempre sono semplici e non lo sono nello stesso modo per tutti”.
Un’esigenza importante in tempi di Covid – 19 si sostanzia nell’approfondire tutti gli aspetti della psiche umana, quella branca essenziale che comanda tutti gli organi: proprio per questo la psicologia puo’ fare miracoli e le istituzioni dovrebbero incentivare e aiutare la ricerca in tal senso e non soltanto concentrarsi sul binomio sanità- economia.
Consiglio la lettura del testo di Franco Fornari, edizioni Hachette, in cui è presente la sintesi delle sue idee e della sua produzione letteraria. Psicoanalista e psicologo (Rivergaro, 18 aprile 1921 – Milano, 20 maggio 1985) sottolineò l’importanza di una psicoanalisi che si avvicinasse alla vita dei cittadini attraverso la collaborazione fattiva con le istituzioni.
Massimo Fini su Il Fatto Quotidiano del 31 marzo 2021 denuncia il fatto che per preservare troppo la salute del corpo si sta minando il benessere psicologico e psicofisico e ne stanno pagando le spese anche i più giovani in maniera eclatante, perdendo anni di vita irripetibili.
Claudio Risé, psicoterapeuta di scuola junghiana, sul suo sito sta portando avanti una battaglia per non trascurare gli aspetti della salute mentale, invitando nei suoi editoriali le persone a mantenere il senso critico: prudenza ma allo stesso tempo slancio verso la vitalità, anche se in questi tempi è dura.
Non dobbiamo perdere la speranza, anche se la politica, l’economia e la società civile sembrano non avere le idee chiare. Ritengo che garantendo la prudenza e l’applicazione delle regole basilari le chiusure serrate, in questo momento, possono causare semplicemente malesseri, depressioni, tristezze e mancanza di prospettive.
Avremmo sicuramente avuto maggiori certezze se avessimo consultato e prestato attenzione a coloro che comprendono la mente. Proprio per questo oggi vale in assoluto la lezione di Franco Fornari.
Continueremo a parlarne.
Bisogna mantenere i piedi per terra volando sulle ali della psicologia.
Immagine: Foto di Engin Akyurt da Pixabay