Quale mascherina protettiva per Covid-19 usare?
In questo periodo di pandemia la mascherina protettiva è diventata un dispositivo immancabile. Essendo obbligatorio portarla sempre con sé ci siamo abituati ormai a vederla quasi come un “gadget” o un “accessorio”. Si tratta però comunque di un dispositivo di protezione individuale (DPI).
Se da un lato è vero che ci sono stati degli “allentamenti” in relazione alle maschere protettive che possono essere usate. Un esempio è il fatto di aver considerato le mascherine chirurgiche come DPI sui luoghi di lavoro in questa fase di emergenza. O, ancora, l’utilizzo di maschere di protezione lavabili e riutilizzabili.
Il ruolo della mascherina protettiva negli ambienti di lavoro
Se guardiamo, in particolare, questo aspetto calandolo nel contesto dei luoghi di lavoro ci sono però alcune cose a cui fare attenzione. Anzitutto in quest’ambito le cose si complicano perché bisogna tener conto anche del D.Lgs 81/08.
Cioè il decreto di riferimento in materia di sicurezza sul lavoro attualmente in vigore. Vi sono poi le indicazioni del protocollo dello scorso 14 marzo, come aggiornato il 24 aprile.
In particolare in base al protocollo. E’ da ritenersi necessaria una protezione delle vie respiratorie ogni volta che non è possibile rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Inoltre il protocollo chiarisce che è previsto per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni l’utilizzo di una mascherina chirurgica.
Ma quali sono le mascherine che proteggono dal Covid-19? La mascherina chirurgica ed i classici facciali filtranti lavorano allo stesso modo? Insomma quale modello è possibile usare? Potendo scegliere quale bisogna preferire?
A riguardo prendiamo spunto da un articolo riguardante proprio le mascherine protettive presente sul sito Sicurya in cui si fa il punto della situazione. Rimandandovi a questo articolo per tutti i dettagli del caso, vediamo di seguito quali sono le osservazioni interessanti sul tema ed a cosa bisogna fare attenzione.
Mascherina chirurgica o facciale filtrante?
Una delle cose da tenere presente è il fatto che questi due tipi di mascherina protettiva nascono per esigenze diverse. La prima mira a proteggere le altre persone rispetto a chi la indossa. La seconda invece mira a proteggere chi la indossa dall’esterno.
Nello specifico la mascherina chirurgica, ad esempio. Mira a proteggere il paziente che si trova in condizioni di salute cagionevoli rispetto all’equipe medica che sta operando in quel momento.
Il facciale filtrante invece tutela il lavoratore nei confronti di vapori dovuti a sostanze chimiche ad esempio. Cioè quindi quello che cambia è l’oggetto della tutela. Nel primo caso possiamo dire che la protezione è verso l’esterno mentre nel secondo caso è verso l’interno.
Sia ben chiaro entrambi i dispositivi dovranno essere dotati di marcatura CE tuttavia le norme tecniche seguite per il loro sviluppo saranno diverse. Questo non deve fare storcere il naso. Infatti la diversità è dovuta proprio agli obiettivi diversi che i due dispositivi si pongono.
La maschera protettiva chirurgica, per essere sicura, dovrà rispondere alla norma UNI 14683. Mentre invece la maschera di protezione da lavoro dovrà essere prodotta secondo la UNI 149.
Il rispetto di queste norme è fondamentale per garantire il buon funzionamento dei prodotti. Per quanto detto dunque sembrerebbe ragionevole utilizzare i facciali filtranti.
Il ragionamento è corretto. Il problema è che però, tenuto conto dell’attuale pandemia in corso, è diventato molto difficile riuscire ad avere una buona disponibilità di questi dispositivi.
Dunque si è corsi ai ripari prevedendo l’uso delle mascherine chirurgiche. Infatti se tutti noi usiamo correttamente questa mascherina protettiva di tipo chirurgico risulteremo comunque tutelati.
Però, appunto, è molto importante il fatto che tutti le indossino. Solo in questo modo si potrà avere un buon livello di sicurezza. In caso contrario il sistema di sicurezza che è stato predisposto rischia di saltare.
Quale tipo di mascherina protettiva scegliere
Restando sempre nello stesso ambito. Possiamo dire che, anche tra mascherina chirurgica e facciale filtrante vi sono delle differenze. Questa volta le differenze sono date dalla efficacia di filtrazione.
In particolare le mascherine chirurgiche si classificano in tre tipi di efficacia filtrante. Tipo I, tipo II e IIR. Il Tipo II e IIR garantiscono una efficacia superiore rispetto al tipo I fino al 98%. In particolare il tipo IIR è anche efficace nei confronti della penetrazione di schizzi di fluidi corporei.
I facciali filtranti invece si differenziano in classi di filtrazione. Nello specifico le classi possibili sono 3 e si parla di, in odine di efficacia protettiva, facciali in classe uno, due o tre. Per tutelarsi dal Covid-19 è necessario almeno un facciale in classe 2.
Altro aspetto importante su questo tipo di dispositivi è la presenza o meno della valvola di espirazione. La mascherina protettiva infatti, al fine di garantire un miglior comfort, può esserne dotata o meno.
Per i modelli dotati di questa valvola il vantaggio è il fatto che non si crea umidità dovuta alla respirazione all’interno della maschera. Quindi risultano più comode da usare. Di contro però, attraverso questa valvola i prodotti della respirazione, quindi anche eventuali virus, saranno espulsi all’esterno.
Dunque bisogna valutare con attenzione il tipo di mascherina ed il contesto in cui la si usa per garantire una adeguata protezione a tutti.
Le mascherine di comunità
Un’ultima nota riguarda poi le cosiddette mascherine di comunità. Si tratta di mascherine che possono essere anche auto prodotte. Il DPCM ne prevede espressamente il loro utilizzo.
Pertanto è possibile pensare d usare anche questo tipo di mascherine protettive. Tuttavia, sul lavoro, sicuramente se ne sconsiglia l’uso o, quantomeno, si suggerisce di valutarne con attenzione l’adozione. Comunque sempre fermo restando il fatto che se non si può rispettare la distanza di un metro è necessario usare o una mascherina chirurgica oppure un facciale filtrante.